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La conferenza annuale sui rifiuti organizzata da Editoriale La Nuova Ecologia, Legambiente e Kyoto Club ha fatto il punto sullo scenario italiano: gli esempi virtuosi sono incoraggianti, ma "servono politiche governative di sostegno alla filiera del riciclo e del riuso".
Cala il sipario sulla seconda edizione del Forum Rifiuti, la conferenza nazionale sulle emergenze e le opportunità nella gestione del ciclo dei rifiuti organizzata annualmente da Editoriale La Nuova Ecologia, Legambiente e Kyoto Club, con la partnership del COOU, Consorzio obbligatorio oli usati.
La due giorni, che si è svolta presso Residenza di Ripetta a Roma nelle giornate del 7 e 8 ottobre, è stata l'occasione per analizzare l'attuale scenario italiano in tema di rifiuti, ma anche per discutere insieme ad esperti del settore sulla green economy, sugli sviluppi della ricerca e sulle esperienze virtuose messo in campo in questo settore.
I temi al centro della prima giornata - aperta dall'intervento del vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani - sono stati riuso e riciclo, prevenzione e economia circolare generata da una innovativa gestione dei rifiuti.
La criticità italiana emersa nel dibattito, ha messo in luce una gestione dei rifiuti urbani ancora molto legata all'uso della discarica, caratterizzata da una mancanza di impianti per trattare e avviare a riciclo i rifiuti nel centro sud, scarse politiche nazionali di prevenzione e dalla problematica dei rifiuti speciali, spesso pericolosi, che continuano a finire nelle maglie delle ecomafie e della criminalità ambientale.
Eppure, nonostante le emergenze e il grave ritardo di alcuni territori, le best practice presentate dimostrano che l'Italia ha oggi tutte le carte in regola per fare da capofila nell'economia circolare europea, grazie alle sempre più numerose esperienze di gestione sostenibile dei rifiuti fondate su riciclaggio, raccolte differenziate domiciliari, sistemi di tariffazione puntuale, politiche di riuso e prevenzione. Ne sono un esempio i Comuni, consorzi pubblici e aziende virtuose che costituiscono esperienze di green economy eccezionali.
Come ha spiegato Stefano Ciafani, "nonostante tante buone pratiche ed esperienze di successo l'Italia non riesce a superare completamente l'emergenza rifiuti, perché purtroppo non esiste una politica nazionale che punti con decisione sull'economia circolare. Questo settore oggi non viene considerato nelle politiche governative, e lo dimostra anche la recente pubblicazione della bozza di decreto sull'incenerimento dei rifiuti in attuazione dell'articolo 35 del decreto Sblocca Italia che prevede 12 nuovi inceneritori in Italia e che andrebbe sostituito con un nuovo testo per promuovere l'economia circolare sul territorio nazionale".
La giornata conclusiva del Forum Rifiuti ha presentato un quadro incoraggiante per il futuro dei rifiuti nel nostro Paese, anche dal punto di vista della responsabilità individuale degli italiani. Secondo i risultati del sondaggio di Lorien Consulting, l'interesse dei cittadini verso i temi ambientali è in netta crescita e si unisce a una maggiore disponibilità a impegnarsi personalmente sulle questioni ecologiche. Tra i temi al centro del dibattito si è parlato anche dell'economia circolare Made in Italy, con gli interventi di Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, dal ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti e dal Presidente Coou Paolo Tomasi.
"Un'Italia rifiuti free basata su un'economia circolare non è un sogno impossibile e la discussione che il Forum Rifiuti ha avviato in questi due giorni, raccontando le nuove frontiere impiantistiche e le esperienze di gestione sostenibile dei rifiuti da parte di territori e imprese, dimostra che il Paese è sulla buona strada – ha dichiarato Rossella Muroni. Nella Penisola sono 1.520 i comuni virtuosi campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16% dell'Italia che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l'industria virtuosa del riciclo e del riuso, la cosiddetta economia circolare. Una nuova Green Economy che nel settore del riciclo dei prodotti vede 150 mila occupati e che rappresenta una grande riforma anti-spreco".
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