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Secondo il più recente Rapporto Greenpeace "Energy Revolution 2015", entro il 2050 si potrà fare a meno delle fonti fossili. Ecco cinque innovazioni che potrebbero portare il mondo a questo importante traguardo.
Secondo il nuovo Rapporto Greenpeace "Energy Revolution 2015 - 100% Renewable Energy", la completa conversione alle fonti rinnovabili entro il 2050 non è solo possibile, ma anche economicamente conveniente a livello mondiale. A fronte di un investimento aggiuntivo medio nelle rinnovabili di circa 1.000 miliardi di dollari l'anno, il risparmio sarebbe di 1.070 dollari annui.
In realtà, se si guarda con attenzione alle innovazioni che potrebbero in futuro diventare di ampia diffusione, c'è spazio per scenari ancor più rosei: gli avanzamenti tecnologici si susseguono rapidi, tanto da permettere di reinterpretare le modalità di produzione di energia rinnovabile finora conosciute.
Un esempio? I pannelli solari dell'americana SolarWindow, trasparenti ed utilizzabili per realizzare vetrate in grado di produrre energia dal sole e perfino dalla luce artificiale. Una vera e propria rivoluzione energetica, ma anche architettonica: le superfici sfruttabili per la produzione di energia non sono più soltanto i tetti degli edifici e i terreni adibiti a parchi fotovoltaici, ma anche le superfici verticali esposte al sole. Ne deriva una produzione di energia fino a 50 volte maggiore rispetto a quella fornita dai pannelli tradizionali.
Anche i tradizionali impianti fotovoltaici, ad ogni modo, potrebbero presto essere sostituiti da strutture molto più efficienti e in grado di adattarsi per ottenere sempre il massimo dall'esposizione. I ricercatori dell'Università del Michigan hanno messo a punto celle solari ispirate all'antica arte orientale del kirigami: sottili e aerodinamiche, le celle sono realizzate come strisce in grado di accorciarsi ed allungarsi, per aumentare la superficie esposta e adattarsi all'incidenza dei raggi solari nei diversi momenti della giornata. In Arizona, durante il solstizio d'estate, queste celle hanno rivelato un'efficienza 36 volte maggiore rispetto a quella degli impianti fissi tradizionali.
Sul fronte dei nuovi materiali, l'Italia svolge un ruolo chiave: è all'interno dell'Istituto Italiano di Tecnologia che sono nate le celle solari con perovskite ibrida. Questo materiale, da molti anni oggetto di studio nel settore dell'ottica, si è rivelato prezioso se applicato alla produzione di energia fotovoltaica. La perovskite ibrida, infatti, è in grado di abbattere i costi di produzione dei pannelli, offrendo una perfetta combinazione dei vantaggi delle celle tradizionali, di quelle al silicio e di quelle organiche.
L'innovazione è tanto più efficace quanto più riesce a portare l'energia rinnovabile alle persone, come nel caso delle cartelle solari realizzate dall'associazione africana Repurpose Schoolbags. Il progetto mira a risolvere più problemi in uno: non soltanto la mancanza di elettricità per molte famiglie sudafricane, ma anche il conseguente utilizzo di pericolose lampade al cherosene che ogni anno provocano la morte di oltre 3 milioni di persone nel mondo. Le cartelle solari, indossate dai bambini durante il tragitto per raggiungere la scuola, possono accumulare energia sufficiente a rilasciare luce fino a dodici ore, permettendo ai ragazzi di studiare e alle famiglie di accedere all'illuminazione serale.
Cosa fare, invece, quando la luce solare manca del tutto? Anche a questo c'è una soluzione, direttamente da Israele: la start up H2 Energy Now ha messo a punto una tecnologia basata sulla proprietà dell'acqua di dissociarsi in idrogeno e ossigeno quando riceve energia. Delle onde radioelettriche permettono di recuperare l'idrogeno, il quale fornisce l'energia necessaria per immagazzinare l'energia prodotta da pannelli solari, turbine eoliche o meccanismi idroelettrici.
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