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In occasione della consultazione pubblica della Commissione Europea sull'Economia Circolare, è nata in Italia la A.C.E. (Alliance for the Circular Economy), alleanza stipulata dall'associazione CETRI-TIRES, dal Movimento Legge Rifiuti Zero e da Slow Food Italia per agevolare la transizione verso questo nuovo modello economico anti-spreco.
L'esperanto dell'Europa, la lingua comune capace di far dialogare fra loro i diversi paesi, sarà l'economia circolare. Non più un modello lineare, in cui si persegue il mito della crescita infinita e dell'usa e getta, dunque, ma un sistema di produzione e consumo ragionato che mira ad evitare i rifiuti e impattare il meno possibile sull'ambiente. Ne è convinta la Commissione Europea, che individua proprio nell'economia circolare una soluzione in grado di ovviare all'assenza di molte materie prime essenziali, concentrate al di fuori dell'Unione Europea, e un'opportunità per promuovere la competitività e l'innovazione nel vecchio continente.
A questo scopo ha avviato, dal 28 maggio al 20 agosto, una consultazione pubblica per accogliere pareri sulla strategia da adottare per impostare una transizione ambiziosa ed efficace verso l'economia circolare: i contributi dei portatori d'interesse saranno utili per preparare un piano d'azione, che dovrà essere presentato entro la fine del 2015. E' inoltre in corso una seconda consultazione pubblica specifica sulle distorsioni del mercato dei rifiuti, aperta a tutti gli stakeholder fino al 4 settembre.
Perché un'attenta pianificazione della filiera produttiva (l'eco-design insegna) e un consumo consapevole che tenga conto dell'intero ciclo di vita dei beni sono indispensabili, indissolubili e necessitano di collaborazioni a vari livelli per poter aspirare a un reale cambiamento.
In quest'ottica e in vista delle consultazioni, è nata l'A.C.E (acronimo che in inglese sta per Alliance for the Circular Economy), un'alleanza stipulata fra il Movimento Legge Rifiuti Zero, il CETRI- Circolo Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale e Slow Food Italia per elaborare e proporre integrazioni alla normativa europea in vigore sulla gestione dei rifiuti, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la produzione di nutrienti e le nuove modalità di sistemi di condivisione.
L'alleanza riprende e rielabora i contenuti della proposta di legge di iniziativa popolare "Legge Rifiuti Zero" n.167, depositata presso il Parlamento italiano il 30 settembre 2013, che si orienta verso una drastica riduzione della materia prima vergine necessaria per la produzione industriale e manifatturiera attraverso la prevenzione, il riutilizzo e il recupero dei materiali. L'introduzione di una "waste tax" (tassazione di scopo al conferimento in incenerimento e co-incenerimento, con o senza recupero di energia), di una "moratoria sino al 2030" che vieti la costruzione di nuovi inceneritori, accanto all'istituzione di normative chiare e incentivi volti ad aumentare i comportamenti virtuosi, sono importanti tasselli del modus operandi suggerito.
Considerando che un terzo dei rifiuti urbani prodotti da ciascun cittadino europeo è costituito dagli avanzi di cibo, la presenza di Slow Food, movimento che da trent'anni si batte per un consumo alimentare consapevole, risulta fondamentale per "chiudere il cerchio" di questa economia anti-spreco: "In un'azienda agricola non si dovrebbe produrre alcun tipo di rifiuto né di inquinamento" si legge nel comunicato dell'A.C.E. "Per questo è necessario promuovere un grande progetto europeo di de-carbonizzazione dell'agricoltura europea in cui non solo vengano limitati al massimo i prodotti chimici usati come fertilizzanti, diserbanti e fitofarmaci, che andrebbero sostituiti con prodotti di filiera agricola come il letame, il guano e il compost, ma andrebbe anche soppresso l'uso di fonti energetiche fossili da sostituire con sistemi integrati nei processi agricoli". Un modello biomimetico dunque, nuovo, ma vecchio quanto il mondo: perché anche nel ciclo naturale della vita, si sa, nulla si crea, nulla si distrugge, e tutto si trasforma.
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