La città che cambia: il ruolo della donna nel costruire la smart city del futuro
Sostenibilità

La città che cambia: il ruolo della donna nel costruire la smart city del futuro

Durante le Women's Weeks di Expo 2015 si moltiplicano le occasioni di riflessione sul ruolo della donna nell'attuale società. Tra le differenti aree di interesse, l'apporto delle competenze femminili nella (ri)costruzione delle città in ottica smart appare irrinunciabile.

In questi giorni Expo 2015 è donna. L'esposizione universale ha infatti deciso di dedicare due settimane, dal 29 giugno al 10 luglio, al panorama femminile con l'iniziativa "L'altra metà della Terra-Women's Weeks". Al centro della riflessione sta la convinzione che il ruolo della donna sia fondamentale per lo sviluppo di una società vincente, efficiente e attenta alla sostenibilità alimentare, sociale urbanistica.

In un mondo sovrappopolato e sconsideratamente vorace di suolo, il modo in cui concepire lo sviluppo dello spazio urbano è cruciale tanto in ottica prettamente ambientale quanto in ottica smart city. In questo quadro si colloca il convegno "CittàDonna. La città ricostruita al femminile", svoltosi lo scorso 2 luglio in collaborazione con il progetto WE-women for Expo. Contestualmente, si è assistito all'attribuzione del riconoscimento arcVision Prize Women and Architecture di Italcementi Group, dedicato a figure femminili di successo in campo architettonico.

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La convinzione alla base è che la donna, da sempre abituata a gestire le risorse tenendo conto di necessità ed esigenze altrui, sia depositaria delle competenze necessarie per gestire in modo più efficiente la complessità dei territori, in un connubio ben miscelato fra rigenerazione e riqualificazione degli edifici esistenti da un lato e innovazione intelligente dall'altro.

"Non solo le donne sanno dare sentimento e sensibilità all'architettura: la loro immaginazione ci aiuta a pensare e progettare città più vivibili, più attente ai bisogni della persona, in definitiva più umane" ha dichiarato Carlo Pesenti, Consigliere Delegato Italcementi, che arricchisce di significato il dato Expo secondo cui, in questo lungo periodo di crisi, le donne si attestano come nuovo ceto produttivo e le imprese a leadership femminile si moltiplicano.

Architetti, urbanisti, tecnici, esperti, avvocati in rosa: un bacino di risorse non estraneo all'Europa che, già nel 2013, varava l'Agenda Smart Cities & Gender di ECWT (European Centre for Women and Technology) con l'intento di assicurare un'adeguata rappresentanza di genere nei luoghi decisionali in cui si determinano le politiche per lo sviluppo in ambito smart city, a qualsiasi livello, nazionale e locale, pubblico e privato.

A partire dal primo progetto pilota dell'agenda (tutto italiano nel suo coordinamento a cura dell'Università Ca' Foscari-CISRE Formazione Avanzata) fino all'attuale riflessione su nuovi modelli sostenibili di mobilità, sicurezza urbana, risparmio energetico e innovazioni tecnologiche, risulta chiaro come, per rimettere al centro i bisogni di donne, uomini e ambiente nella città che cambia, il tocco femminile sia irrinunciabile.

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