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Quanto e come la tecnologia influisca in materia ambientale è da decenni al centro del dibattito. Nell'era di Internet, strumento tecnologico irrinunciabile e al contempo energivoro, è giusto continuare a interrogarsi sul tema.
Tra due anni, Internet consumerà tra il 7 e il 12 % dell'energia elettrica prodotta nel mondo, cioè circa un decimo del totale. Il dato, rilevante per portata e significato, emerge da una stima delle Nazioni Unite e spinge a una riflessione importante: quanto e come pesa la tecnologia sull'ambiente? E' un ausilio o parte integrante di un problema destinato ad amplificarsi inesorabilmente?
La discussione non è nuova, anzi accompagna da oltre un secolo la storia della civiltà umana: dalla rivoluzione industriale in poi, passando per le emergenze petrolifere e la definizione stessa di sviluppo sostenibile, fino ai giorni nostri. Ma è lontana dall'ottenere una risposta univoca: responsabile di un'accelerazione e di un'amplificazione senza precedenti, la tecnologia è al contempo causa identificata e possibile soluzione a quei "Limiti dello sviluppo" che Aurelio Peccei e i suoi compagni del Club di Roma identificarono già nel lontano 1972.
Recentemente, lo scorso 8 giugno, il tema è stato ancora una volta oggetto di dibattito: presso la Sala delle Colonne di Banca Popolare di Milano si è svolto il Convegno organizzato da A.E.R.A. – Associazione Europea Rotary per l'Ambiente dal titolo emblematico di '2050 Scenari globali. L'eredità del Club di Roma'. L'incontro ha visto confrontarsi personalità della scienza, cultura, università, impresa e istituzioni in merito a sostenibilità, scenari energetici e prospettive tecnologico-ambientali per il futuro.
"Oggi e ancor di più nel futuro Internet sarà il perno intorno al quale ruoterà lo sviluppo" si legge nel comunicato stampa relativo al convegno. "Ci si aspettano quindi ulteriori miglioramenti, idee, prospettive di benessere, ma attenzione! Internet, il maggior esempio di sviluppo tecnologico contemporaneo, non è senza rischi e già da ora si configura come uno strumento energivoro" .
Immaginare una vita più indipendente dal web, così presente e fondamentale nelle vite di tutti noi, sembra impossibile: l'aumento esponenziale negli ultimi anni degli acquisti tecnologici rivela la nostra dipendenza, tutt'altro che irrilevante in termini ambientali. Come mostra il rapporto "Mind your step. The land and water footprints of everyday products di Friends of the Earth", solo per produrre un singolo smartphone (destinato a diventare in breve tempo un RAEE da smaltire) sono infatti necessari quasi 13 tonnellate d'acqua e 18 metri quadrati di suolo.
D'altra parte, gli effetti positivi delle nuove tecnologie sono innegabili, anche nel favorire quei modelli di vita virtuosi e sostenibili che ci auguriamo: social network, app, piattaforme open-source sono infatti strumenti essenziali per la messa in rete e lo scambio di informazioni ed esperienze di economia circolare. Gli impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili, la continua ricerca nell'edilizia sostenibile, le innovazioni in ambito smart city sono solo alcuni, ulteriori esempi in grado di muovere la bilancia del dibattito.
Difficile, dunque, trarre una conclusione per una riflessione che pare generare sempre nuovi interrogativi. Fondamentale è non smettere di cercare una risposta che si adatti, volta per volta, alle necessità e alle problematiche di una società in continuo mutamento.
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26 Giugno 2020Iscriviti alla nostra Newsletter!
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