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Il packaging rappresenta, senza dubbio, un ottimo strumento di comunicazione di sostenibilità. Grazie a una scelta oculata dei materiali e a un utilizzo corretto dell'imballaggio, l'azienda può, infatti, comunicare il proprio "orientamento ambientale"
Optare per materiali riciclati, soluzioni minimaliste o addirittura per l'assenza di packaging secondario può amplificare e rendere evidente al pubblico la scelta ambientalista fatta dall'impresa. Non necessariamente l'orientamento "green" deve penalizzare gli aspetti estetici e di funzionalità, anzi, se vogliamo che la sostenibilità diventi realmente un paradigma evolutivo condiviso deve uscire da quella sfera di austerità, quasi di privazione, che l'ha spesso caratterizzata fino a pochi anni fa. La sostenibilità quindi non deve essere letta in antitesi con i concetti di bellezza, positiva ostentazione, ergonomia, performance. E su questo fronte anche il packaging può giocare un ruolo importante.
La seconda direttrice, valida soprattutto nei settori B2C e in tutti quegli ambiti dove la prossimità con il consumatore può influenzare in modo diretto il processo di acquisto, utilizza il packaging come "media" per veicolare ulteriori informazioni di sostenibilità verso il pubblico. Pensiamo, ad esempio, al labeling nel mondo del food, utilizzato non più solo per esaltare il posizionamento nello scaffale ma per trasmettere una serie di informazioni puntali e circostanziate che possono rivelarsi preziose per rispondere ai criteri di selezione utilizzati da un consumatore sempre più attento agli aspetti di genuinità e di sostenibilità dei prodotti.
Anche nel mondo B2B, però, il packaging presenta una notevole rilevanza in quanto la scelta dei materiali e la conseguente facilità di smaltimento e/o riciclaggio incidono sugli impatti calcolati nelle analisi LCA – Life Cycle Assessment. Così, la soluzione adottata da ogni singola azienda influisce sugli indici ambientali di tutta la filiera.
Proprio il concetto di Life Cycle Assessment deve fare da bussola per valutare il reale grado di sostenibilità anche dell'imballo. Un caso significativo su questo fronte potrebbe essere quello degli shopper in materiale bioplastico che, dopo l'abolizione del 2011 delle borse in plastica, hanno portato sicuramente un vantaggio ambientale evidente.
Il periodo di introduzione di queste soluzioni, però, non è stato così agevole. Infatti, per essere realmente apprezzati e percepiti come sostitutivi e migliorativi dei precedenti, i nuovi shopper dovevano garantire le stesse prestazioni meccaniche delle soluzioni tradizionali, e non sempre è stato così. I nuovi sacchetti presentavano, in alcuni casi, una resistenza alla lacerazione minore rispetto a quelli tradizionali e questo incise negativamente sull'iniziale apprezzamento del nuovo prodotto più ecologico. Allo stesso tempo la minor resistenza del nuovo shopper costringeva il cliente, a parità di merce trasportata, a utilizzarne di più.
La reale valutazione dei benefici ambientali, quindi, avrebbe dovuto tener presente non solo del vantaggio della biodegradabilità della nuova soluzione ma di tutti gli impatti complessivi del ciclo di produzione ovviamente parametrati su una diversa quantità di sacchetti utilizzabili per trasportare la stessa quantità di prodotto. Per i vecchi sacchetti in plastica si sarebbe potuto, inoltre, prevedere un'azione volta a cambiare lo stile di consumo per esempio stimolando il riutilizzo dello shopper o il recupero della plastica magari per prodotti rigenerati o di seconda vita? In questo caso un'approfondita analisi LCA avrebbe certificato i reali contributi ambientali dando un fondamento scientifico alle sensazioni e al diverso percepito che accompagnava le due soluzioni.
Tornando all'importanza del packaging in ottica sostenibile, particolarmente apprezzabile è il recente lancio del "Manifesto del packaging responsabile per i prodotti tessili, abbigliamento e accessori" sviluppato dal Club Carta e Cartoni di Comieco (Consorzio nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica) e Cna Torino, (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola Media Impresa).
Il manifesto, principalmente focalizzato sui pack in carta, cartoncino e cartone, punta a promuovere la cultura degli imballi sostenibili nelle imprese afferenti al sistema moda e a qualificare ulteriormente le produzioni di alta qualità delle piccole e medie imprese del territorio. Senza scendere nel dettaglio tecnico dei requisiti individuati dal Manifesto risulta particolarmente interessante segnalare come gli orientamenti individuati vadano proprio nella direzione di un nuovo binomio tra estetica, piacevolezza e funzionalità da un lato, rispetto delle normative, attenzione all'ambiente e promozione di uno stile di consumo responsabile dall'altro.
Segno che, per quanto sposata in questo caso dal mondo del fashion, la sostenibilità non è una moda ma una direttrice evolutiva ineluttabile che può garantire sviluppo e crescita nel rispetto del pianeta delle persone.
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