Ultime Notizie
Legambiente ha reso pubblici i dati dell'indagine Beach Litter, realizzata nell'ambito della campagna "Spiagge e Fondali Puliti- Clean-up the Med 2015". Monitorate 54 spiagge nel Mediterraneo: nei litorali italiani i rifiuti di plastica rappresentano l'80%, mentre nel resto delle spiagge si attestano al 52%.
L'estate si avvicina a grandi passi: sole, mare e spiagge incontaminate. L'immaginario della vacanza ideale certamente non include quintali di rifiuti abbandonati sui litorali, eppure il rapporto di "Beach Litter" di Legambiente rivela una drammatica discrepanza tra aspettative e comportamenti reali.
Realizzata nell'ambito della campagna "Spiagge e Fondali puliti - Clean-up the Med 2015" creata in collaborazione con Cial, Novamont, Mareblu e Virosac, l'iniziativa ha previsto il monitoraggio di 29 spiagge italiane e 25 spiagge di altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo. I risultati (qui pubblicati integralmente) sono tutt'altro che positivi: il lavoro dei volontari di Legambiente su un'area di 136.330 mq ha fruttato il ritrovamento di 22.114 rifiuti sulle spiagge italiane. Una media di 17 rifiuti ogni 100 mq, 5 in più ogni 100 mq rispetto all'indagine dello scorso anno. In termini di presenza, detentrice indiscussa del poco lusinghiero primato è la plastica, che rappresenta ben l'80% dei rifiuti rinvenuti nel nostro Paese (contro il 65% dello scorso anno).
A dispetto dell'educazione ambientale, del buonsenso e del senso civico, degli studi che avvertono degli enormi danni che i rifiuti in plastica causano alla fauna e all'intero ecosistema marino: nel Mediterraneo occidentale, l'ingestione di rifiuti causa la morte nel 79,6% delle tartarughe marine e del loro habitat mentre, volendo guardare all'aspetto economico, a livello mondiale il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep) rileva un danno ambientale quantificabile in tredici miliardi di dollari l'anno.
Ma l'Italia è in buona compagnia: per quel che riguarda gli altri Paesi, è stata monitorata un'area di 87.200 mq distribuiti fra Algeria, Croazia, Grecia, Spagna, Turchia, Tunisia e Portogallo, per effettuare un'azione di campionamento. Il risultato di questa iniziativa transnazionale è stato il ritrovamento di 8147 rifiuti spiaggiati, 14 ogni 100 mq. Fra questi, la plastica scende alla percentuale del 52%.
In un frivolo confronto con il resto del Mediterraneo, un unico dato è motivo d'orgoglio: i sacchetti di plastica, particolarmente pericolosi perché causa di soffocamento per le specie marine, nel nostro Paese rappresentano meno del 2% sul totale dei rifiuti, contro una media altrui del 7%. "Una differenza dovuta principalmente alla messa al bando italiano dei sacchetti di plastica non compostabili, [...] che ne ha ridotto il consumo del 50% negli ultimi tre anni" ha dichiarato Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente.
"Il monitoraggio sui rifiuti spiaggiati – ha continuato Serena Carpentieri, responsabile campagne dell'associazione - così come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy, doveva essere svolto già dal 2015 e sarebbero dovuti essere pubblicati i risultati da parte delle autorità competenti. Ma ancora oggi non ci sono dati disponibili e accessibili. Per questo abbiamo voluto ripetere, per il secondo anno, il censimento del problema, evidenziando come sia onnipresente su tutte le coste mediterranee e come siano urgenti e non più rinviabili le misure di prevenzione".
Tags:
Potrebbero interessarti ...
Origini e rilevanza del Plastic Free July
1 Luglio 2024Fuori il nuovo report del Centro di Coordinamento RAEE
10 Aprile 2024Deposito su cauzione per gli imballaggi, italiani favorevoli
28 Febbraio 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!