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Legambiente e l'Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar) hanno elaborato un protocollo di intervento che vuole fornire linee guida e criteri di bioarchitettura per riqualificare gli edifici scolastici. Caso pilota la scuola di via Monte Ruggero quartiere Tufello a Roma.
Salubrità, vivibilità degli spazi, attenzione ai materiali utilizzati, contenimento dei consumi energetici. Sono solo alcune delle parole chiave, delle linee guida fornite dal protocollo di intervento presentato il 7 maggio a Roma da Legambiente e dall''Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar), per la riqualificazione degli edifici scolastici che non rispondono ai criteri di bioarchitettura.
Il protocollo mostra i possibili interventi da apportare agli edifici, al fine di minimizzare l'impatto sul territorio e migliorare il comfort interno delle scuole in modo sostenibile: interventi di efficienza energetica (isolamento delle murature, sostituzione degli infissi, di tre generatori con due a condensazione, degli apparecchi illuminanti con tecnologia Led), di installazione di fonti rinnovabili (solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria), di riqualificazione degli edifici scolastici secondo criteri di bioarchitettura.
Il protocollo si basa su una valutazione multi criterio che mette a disposizione del progettista una griglia che aiuta a misurare l'eco-compatibilità dell'intervento di riqualificazione. Mediante un sistema di coefficienti il progetto ottiene un punteggio totale che permette di misurare l'efficacia delle soluzioni, valutandone le prestazioni e l'impronta ambientale.
Il sistema di valutazione dovrebbe essere applicato all'edificio "ante operam", e poi una seconda volta, in sede di progetto, a quello che sarà l'edificio "post operam", consentendo in tal modo di misurare l'incremento di prestazione ottenibile con le scelte progettuali ipotizzate.
Un progetto pilota per valutare la qualità del sistema messo a punto da Legambiente e Inbar è stato quello della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Via Monte Ruggero 39, nel quartiere Tufello di Roma. In base alle valutazioni del protocollo di bioarchitettura l'edificio riuscirà a ridurre del 73% la spesa per l'energia termica e del 37% quella per l'elettricità, passando dalla classe energetica G alla B. Al notevole risparmio energetico si aggiungerà il miglioramento delle condizioni indoor, con la tinteggiatura delle pareti con vernici che non emettono sostanze tossiche e la riduzione dell'inquinamento elettromagnetico con sistemi per schermare le onde wi-fi.
"L'investimento complessivo per realizzare gli interventi che abbiamo previsto è di circa 400mila euro che possono essere recuperati attraverso la riduzione dei costi di gestione energetica in poco più di 8 anni"- dichiara Vanessa Pallucchi di Legambiente - "È evidente che in presenza di un cofinanziamento pubblico i tempi di rientro si riducono a pochi anni e in ogni caso interventi di questo tipo possono essere realizzati tramite una Esco in grado di autofinanziare l'intervento e di gestire per dieci anni la parte energetica. Più che un problema di risorse, la qualità edilizia e della vita degli studenti dipende da un cambiamento culturale di chi è preposto a programmare e realizzare gli interventi".
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