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Le fonti di energia pulita consentiranno di ridurre il consumo di acqua. È quanto sostiene il rapporto "Renewable Energy in the Water, Energy & Food Nexus" di IRENA.
Correlazione acqua - cibo - energia. Secondo il rapporto di IRENA "Renewable Energy in the Water, Energy & Food Nexus" le fonti di energia rinnovabile permetteranno di tagliare il consumo di acqua andando a ridurre il problema delle risorse idriche limitate.
I prelievi di acqua potrebbero aumentare del 35% al 2035 con l'incremento della domanda di energia, a meno che l'energia prodotta dalle rinnovabili più redditizie, quali l'eolico e il solare fotovoltaico, non sia distribuita più equamente per la produzione di energia, acqua e cibo. L'integrazione delle fonti rinnovabili nella filiera agroalimentare potrebbe infatti frenare la volatilità dei prezzi, rafforzare la sicurezza energetica, ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e contribuire alla sostenibilità alimentare a lungo termine.
L'"approccio Nexus" fu lanciato durante la Conferenza "The Water Energy and Food security nexus. Solutions for the green economy" (Bonn, 16-18 novembre 2011), fortemente voluta dalla Germania come contributo al dibattito in vista di RIO +20.
La crescita della popolazione e l'aumento del benessere economico comporteranno un aumento della domanda di energia, cibo e acqua. Si prospetta dunque che all'uso insostenibile delle risorse naturali seguirà il rischio di compromettere la futura sicurezza idrica, energetica e alimentare degli individui, di ostacolarne lo sviluppo economico, di alimentare tensioni sociali e geopolitiche e di produrre danni ambientali irreversibili. Si sono ritenuti quindi necessari nuovi approcci che affrontassero il tema della correlazione tra acqua, energia e cibo.
È così che l'approccio Nexus tra Acqua-Energia-Cibo (AEC) è diventato la parola d'ordine di gran parte degli studi sullo sviluppo sostenibile.
"A livello globale un sistema energetico con quote consistenti di energie rinnovabili, in particolare solare fotovoltaico ed eolico, potrebbe fare risparmiare notevoli quantità di acqua, riducendo così le tensioni sulle limitate risorse idriche - ha affermato Adan Z. Amin, Direttore generale di IRENA - Finora il ruolo delle energie rinnovabili nel nesso energia - cibo - acqua è stato poco analizzato, ma questo primo rapporto sulla loro correlazione indica che, oltre a migliorare la sicurezza energetica, la qualità dell'aria, ridurre le emissioni di carbonio, creare nuovi posti di lavoro, la diffusione maggiore di tecnologie già esistenti di energia rinnovabile può rafforzare la disponibilità idrica e la sicurezza alimentare".
Dal rapporto IRENA è possibile vedere nel dettaglio l'ipotizzabile risparmio d'acqua: nei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, ad esempio, si potrebbero ridurre i prelievi di acqua del 20% entro il 2030, negli Stati Uniti, Germania e Australia del 25%, mentre nel Regno Unito si risparmierebbe fino al 50%.
Oltre al potenziale risparmio idrico che le energie rinnovabili potrebbero raggiungere, il rapporto mostra come le tecnologie di dissalazione basate sull'energia rinnovabile potrebbero svolgere un importante ruolo di crescita nella fornitura di acqua potabile per le persone di tutto il mondo. "Anche se la desalinizzazione rinnovabile può essere ancora relativamente costosa - ha proseguito Amin - riducendo i costi dell'energia rinnovabile tramite i progressi tecnologici, potrebbe diventare una soluzione economica e sostenibile nel lungo periodo".
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