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Approvati due progetti di legge per aumentare l'obiettivo del Renewable Portfolio Standard dal 70% al 100% entro il 2040.
Obiettivo: 100% energie rinnovabili entro il 2040. Stato attuale: poco più del 21%.
Questo il quadro che emerge dai due progetti di legge approvati all'unanimità dalle Commissioni del Senato e della Camera delle Hawaii.
L'aumento del loro Renewable Portfolio Standard (RPS) dall'attuale obiettivo del 70% entro il 2030 al 100% dieci anni dopo non è un impegno da poco, nonostante negli ultimi sei anni sia stato già registrato un incremento del 12%. A questo proposito il senatore Mike Gabbard, che presiede l'Energy and Environment Committee delle Hawaii e che ha proposto il disegno di legge, rassicura: "Possiamo arrivare al 65% entro il 2030, quindi il 100% è sicuramente fattibile".
"Si tratta di una grossa opportunità per il futuro del nostro stato – aggiunge – ogni anno spendiamo dai 3 ai 5 miliardi di dollari per importare combustibili fossili per alimentare la nostra economia". Le Hawaii risentono infatti di una condizione di "isolamento" che li porta ad essere uno dei soli tre Stati – oltre a Texas ed Alaska – ad avere una propria rete elettrica. Questa forte dipendenza dalle importazioni ovviamente ha delle ricadute non indifferenti sui prezzi dell'energia elettrica che, come ha dichiarato il senatore, sono tre volte superiori alla media nazionale.
Più di due terzi della produzione di energia elettrica sull'isola deriva dal petrolio importato, mentre nel resto degli Stati Uniti il petrolio conta per meno dell'1% nella produzione di elettricità.
Chris Lee, membro del Partito Democratico, dà manforte al senatore, dichiarando che le Hawaii sono ad oggi uno stato leader dello switch alle energie rinnovabili.
Nel 2013, la capacità installata di energia rinnovabile (vento, biomassa e geotermica) è stata pari a poco più di 600 megawatt, mentre l'energia eolica ha rappresentato il 42% del totale. L'industria del solare, che ha preso piede negli ultimi cinque anni, sta raddoppiando ogni anno.
Sicuramente le Hawaii presentano condizioni tali per cui sembrerebbero il luogo più adatto in cui implementare in toto fonti di energia rinnovabile, ma le compagnie legate all'energia tradizionale hanno iniziato a remare contro, rifiutandosi ad esempio di collegare i pannelli solari delle case per presunti "problemi tecnici". "Lo stesso tipo di tattica ostruttiva per impedire la concorrenza che ALEC ha sostenuto per anni" – ha dichiarato Chris Lee. ALEC è un'organizzazione che riunisce politici conservatori e grandi interessi corporativi, che negli ultimi anni ha condotto una vera e propria crociata contro l'EPA e tutto ciò che riguarda l'energia pulita.
Nonostante ciò, le Hawaii sembrano appoggiare la scelta ambientalista, soprattutto a causa di alcuni elementi critici che minacciano l'ecosistema delle isole. A inizio Marzo l'ex governatore hawaiano George Ariyoshi ha scritto un editoriale sull'Honolulu Star-Advertiser, sostenendo che l'erosione delle coste, il deperimento delle barriere coralline, la siccità, le inondazioni e le condizioni meteorologiche estreme non fanno altro che fornire ulteriori e validi motivi per appoggiare questo progetto.
Secondo il National Climate Assessment 2014, infatti, le Hawaii sono soggette ad un alto rischio per gli effetti dei cambiamenti climatici. L'aumento del livello dell'oceano provocherà infiltrazioni saline nelle già limitate riserve di acqua dolce, l'aumento delle temperature e il cambiamento dei modelli delle precipitazioni metteranno ancora più a repentaglio la sopravvivenza della flora e della fauna autoctone e, infine, il turismo, che rappresenta un quarto dell'economia dello Stato, rischia di perdere aree strategiche come Waikiki Beach, che da sola potrebbe corrispondere ad una perdita di 2 miliardi di dollari di introiti l'anno.
Ariyoshi, nel suo editoriale, conclude dunque con un interrogativo: "Sapendo che la cosa più importante che possiamo fare è smettere di bruciare combustibili fossili, come potremmo impegnarci oggi per garantire la speranza di un clima stabile domani?".
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