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Le autorità locali lanciano l'allarme: gli escrementi abbandonati dagli scalatori che non rispettano le norme locali rischiano di contaminare le acque usate dalle popolazioni a valle.
Le autorità locali lanciano l'allarme: gli escrementi abbandonati dagli scalatori che non rispettano le norme locali rischiano di contaminare le acque usate dalle popolazioni a valle.
Non c'è salvezza dai rifiuti, nemmeno sul monte più alto del mondo: l'Everest, con i suoi 8.800 metri di altezza, da marzo a maggio è meta di scalate per circa 700 persone che ogni anno tentano di raggiungerne la cima. Lasciando però, dietro di sé, una ingloriosa scia fatta di scarti ed escrementi.
A lanciare l'allarme è Ang Tshering, presidente dell'Associazione degli alpinisti del Nepal (NMA): la situazione igienica è diventata problematica per via dei rifiuti e delle feci abbandonati durante il percorso da coloro che si impegnano nella scalata. Eppure, il Governo nepalese ha realizzato un sistema di gestione dei rifiuti per gli scalatori e si impegna, ogni anno, in campagne di sensibilizzazione affinché tali norme di civiltà vengano rispettate.
Tra il primo campo base, situato a 5300 metri di altezza, e la vetta dell'Everest vi sono altri quattro campi. Il primo è dotato di tende da utilizzare come servizi, permettendo la raccolta degli escrementi in fusti destinati ad essere smaltiti a bassa quota. Gli altri quattro campi, invece, ne sono sprovvisti, così molti scalatori decidono di scavare buche nel ghiaccio e ricoprire le feci. Le buche molto piene, però, tornano ad esporre il loro contenuto con lo scioglimento del ghiaccio, si creano seri problemi, non solo olfattivi: il rischio è quello di contaminare l'acqua che dall'alto del monte scende e viene utilizzata dalle popolazioni a valle.
Ogni scalatore, dunque, è tenuto a portare con sé i propri rifiuti lungo la via del ritorno, per permetterne poi lo smaltimento. A partire da quest'anno, il Governo ha introdotto controlli più severi e multe salate per chi scende con meno di otto chili di spazzatura e rifiuti organici, ovvero la quantità media che si calcola venga prodotta durante il percorso. Le autorità nepalesi, insomma, sperano che quattromila dollari di deposito cauzionale possano aiutare a stimolare il rispetto laddove, tristemente, sembra non essere innato.
A quanto pare,la cosa più difficile per l'uomo moderno non è compiere imprese di fatica come attraversare le distese oceaniche o scalare le montagne, ma riuscire a tenerle pulite. E chissà se i futuri emuli del pioniere Edmund Hillary proveranno le stesse sue emozioni, arrivando in cima a quella che sta diventando un'immensa discarica.
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