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Presentato ieri, a Milano, il frutto di un altissimo lavoro di ricerca: la prima capsula compostabile che unisce la sostenibilità alla qualità.
Si è tenuta ieri, 3 marzo 2015, in località Cascina Cuccagna a Milano, la conferenza di presentazione di un nuovo prodotto, nato da un progetto congiunto tra Lavazza e Novamont, che rappresenta sicuramente una svolta in termini di sostenibilità: la prima capsula compostabile per caffè espresso.
Negli ultimi anni i trend hanno mostrato come il mercato del caffè si sia spostato verso le cialde. Grazie ad esse si riesce ad ottenere un livello qualitativo decisamente elevato per quanto concerne la miscela del caffè, ma allo stesso tempo causa notevoli problemi in termini di smaltimento, visto l'involucro di plastica di cui queste sono costituite. Per superare questo problema Lavazza ha puntato sull'innovazione, partendo da una fase importantissima, ma spesso sottovalutata, nel ciclo di vita del prodotto: il fine vita.
Nel processo quinquennale, intrapreso dalle due aziende, è stata messa a punto una capsula compostabile da poter smaltire nei rifiuti organici, una volta utilizzata. Il materiale di rivestimento è stato realizzato in Mater-Bi 3G, una tipologia di plastica sviluppata, brevettata e prodotta da Novamont, contenente componenti rinnovabili di origine agricola, interamente biodegradabili. Alla fine del suo ciclo di vita la capsula può essere riutilizzata e riciclata, creando compost e concime naturale.
"È una tappa storica per Lavazza, in quanto presentiamo un nuovo prodotto che prima non c'era", ha commentato il Vice Presidente del Gruppo Marco Lavazza. "Finalmente abbiamo raggiunto un importante traguardo scientifico e tecnologico con la prima capsula compostabile, con brevetto Lavazza, realizzata in Mater-Bi® di terza generazione che garantisce un'eccellente qualità in tazza come da standard Lavazza".
Il progetto di innovazione tecnologia rientra nell'ottica di economia circolare che fa riferimento al principio dello zero waste, secondo cui tutto può essere riutilizzato. L'idea è quella di un ciclo continuo dove i rifiuti costituiscono una risorsa da poter riutilizzare per dare linfa a tutto il processo economico. La virtuosità di questo progetto non è solo l'innovazione tecnologica di per se, ma il coinvolgimento di tutta la filiera produttiva e agricola, che prova sempre più come sia importante estendere il principio di sostenibilità e la creazione di valore condiviso.
"Attraverso la prima capsula compostabile per caffè espresso, possiamo mostrare in concreto le potenzialità della bioeconomia, intesa come rigenerazione territoriale e non come semplice uso di materie prime rinnovabili", ha spiegato Catia Bastioli, Amministratore delegato di Novamont. "Il modello che abbiamo ideato e che stiamo da tanti anni mettendo in pratica, è quello delle bioraffinerie integrate nel territorio, dedicate ai prodotti ad alto valore aggiunto, quali biochemicals e bioplastiche. Il Mater-Bi® di terza generazione con cui verranno realizzate le capsule per caffè espresso Lavazza viene prodotto attraverso una filiera che coinvolge ben tre siti produttivi italiani (Terni, Patrica e Porto Torres). Grazie alle tecnologie sviluppate negli anni dalla ricerca Novamont, questi siti, non più competitivi, sono stati rivitalizzati in innovativi impianti industriali, generando lavoro, nuovi prodotti e nuove filiere, creando ponti tra settori diversi e trasformando scarti in risorse" ha concluso la Bastioli.
Altra iniziativa in chiave sostenibile, presentata durante la conferenza, nell'anno di Expo, è il Lavazza Sustainability Hub, ospitato in Cascina Cuccagna. L'azienda torinese ha organizzato insieme alla stessa Novamont e al Politecnico di Torino, con la collaborazione di Slow Food e dell'Università di Pollenzo, un ciclo di incontri didattici sulla valorizzazione del ciclo della vita del prodotto. In particolare si porrà l'accento sul riutilizzo dei fondi di caffè in diversi settori produttivi.
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