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Secondo il rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile le imprese stanno diventando sempre più "verdi" per uscire dalla crisi. Per l'98% degli imprenditori italiani bisogna puntare su efficienza energetica e risparmio delle risorse.
Sono sempre più le imprese che puntano in direzione del "green". In Europa il 26% delle PMI già offre prodotti e servizi "verdi" e il 93% ha messo in campo almeno un'azione per essere più efficiente. In Italia l'eco-innovazione - vero e proprio motore per lo sviluppo delle imprese green - ha avuto negli ultimi anni un trend costantemente positivo. Secondo la classifica europea per l'eco-innovazione, infatti, il nostro paese è passato dal quindicesimo posto del 2012 al dodicesimo del 2013. Inoltre, secondo il 98% degli imprenditori italiani l'economia deve puntare sul risparmio e l'uso sempre più efficiente dell'energia e delle risorse.
Questi i dati principali che emergono dal Rapporto sulla green economy 2014 - realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e dall'ENEA - che quest'anno prende in esame "Le imprese della green economy" indicate come la "via maestra per uscire dalla crisi". Un'analisi dettagliata sulla posizione dell'Italia in un processo che sta investendo le economie mondiali, mettendo a fuoco i nodi irrisolti e gli ambiti rispetto ai quali è più urgente un cambio di marcia.
Il Rapporto 2014 è suddiviso in quattro capitoli. Il primo dedicato al rapporto delle imprese con l'ambiente, che descrive la crescita di quelle che producono beni e servizi ambientali e lo sviluppo di modelli di business che scommettono sul green. Il secondo sull'eco-innovazione e sulla propensione del sistema produttivo italiano nei confronti di questo tema, che vede primeggiare in Europa i paesi nordici - Svezia e Finlandia - e la Germania.
Il terzo pubblica i risultati di un'indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014 dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Consiglio Nazionale della Green Economy, articolata in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, cui hanno risposto 437 imprenditori.
L'ultimo capitolo, infine, fornisce i criteri per individuare le imprese green e indica le 10 misure per lo sviluppo della green economy: una riforma fiscale in chiave ecologica; un programma per migliorare l'utilizzo delle risorse e per sviluppare strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e delle acque; un programma nazionale per l'efficienza e il risparmio energetico; lo sviluppo delle attività di riciclo dei rifiuti; il rilancio degli investimenti per le rinnovabili; programmi di rigenerazione urbana; investimenti in mobilità sostenibile; valorizzazione dell' agricoltura di qualità; un piano per l'occupazione giovanile green.
"Le imprese della green economy – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in occasione della presentazione del Rapporto - chiedono di pesare di più nelle scelte economiche del Paese, perché la loro crescita può contribuire in modo decisivo a far uscire l'Italia dalla crisi. Le imprese della green economy hanno infatti maggiori possibilità di sviluppo sul mercato interno e su quelli esteri proprio perché meglio rispondono alla domanda di un miglior benessere e di una miglior tutela di un bene diventato scarso come l'ambiente".
"Il passaggio a un nuovo modello economico più sostenibile implica non soltanto lo sviluppo di nuove filiere green e il rafforzamento di quelle esistenti, ma anche la riqualificazione in chiave green dei processi e dei prodotti dei settori industriali tradizionali. - ha dichiarato Roberto Morabito, responsabile dell'unità tecnica Tecnologie Ambientali dell'ENEA - In quest'ottica l'ENEA è impegnata nello sviluppo dell'eco-innovazione come strumento prioritario per guidare la transizione da un'economia lineare a un'economia circolare, strategica per un Paese povero di materie prime e a forte vocazione manifatturiera come il nostro. Tale percorso prevede azioni di varia natura, come la promozione del riciclo di materia a tutti i livelli (sia innovando i processi di produzione che i mercati), la progettazione ecocompatibile, la simbiosi industriale, nuovi modelli imprenditoriali e di consumo, ai fini di un miglioramento generalizzato della qualità della vita".
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