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Secondo uno studio dell'Istat durato più di due anni, la qualità dell'ambiente e dei servizi offerti ai cittadini contribuirebbero al miglioramento della vita e al benessere di quest'ultimi.
Il Cnel, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, e l'Istat, l'Istituto nazionale di statistica, hanno presentato il "Bes2014", uno studio sul Benessere Equo e Sostenibile, che riprende l'analisi degli elementi fondanti del benessere e del progresso in Italia e nei suoi territori.
Il Rapporto "Bes2014" si basa sull'analisi dei 12 domini del benessere in Italia attraverso 134 indicatori. Lo studio in questione, infatti, presenta 12 capitoli che analizzano i seguenti temi: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e qualità dei servizi.
Nello specifico, per quanto riguarda il capitolo dedicato all'ambiente, si legge così nella pagina introduttiva: "Per migliorare il benessere attuale e futuro delle persone è essenziale ricercare la soddisfazione dei bisogni umani promuovendo attività che non compromettano le condizioni e gli equilibri degli ecosistemi naturali. Un ambiente vitale e in grado di rispondere positivamente ai cambiamenti costituisce un requisito essenziale per garantire un autentico benessere per tutte le componenti della società. Acqua, aria e cibo non contaminati sono possibili solo in un contesto ambientale 'sano', in cui la dimensione della naturalità possa integrarsi con le attività umane produttive e sociali. La disponibilità e l'utilizzo da parte dell'uomo di beni e servizi naturali richiedono l'attribuzione di un ruolo centrale al patrimonio naturale. Inoltre, una valorizzazione delle risorse ambientali offre a tutti la possibilità di fruire dei beni tangibili e intangibili che la natura offre, contribuendo anche a diminuire le disuguaglianze presenti nella società".
Per contribuire al miglioramento del benessere e della vita urbana dei cittadini, inoltre, occorre che le città italiane diventino sempre più "smart" e che forniscano ai cittadini servizi innovativi e tecnologici, ma anche ecocompatibili.
L'analisi, infatti, si è concentrata sugli "strumenti di pianificazione e programmazione finalizzati a migliorare la 'governance' dello sviluppo urbano nell'ottica della sostenibilità, ad azioni migliorative della qualità dell'ambiente basate sull'impiego di tecnologie innovative, a scelte progettuali qualificabili come forme di innovazione eco sociale o intese a incrementare la trasparenza dei processi e la partecipazione attiva dei cittadini".
Leggendo il Rapporto "Bes2014" emerge che 81 capoluoghi su 116, alla fine del 2013, si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 20% entro il 2020, e 50 capoluoghi hanno già approvato il Piano di azione per l'energia sostenibile.
Buoni anche i risultati che riguardano i servizi di bike e car sharing: il primo è attivo in 58 città e il secondo in 22 centri urbani.
Aumenta la sensibilità nei confronti del tema dei rifiuti e della raccolta differenziata con l'aumento di isole ecologiche e punti di raccolta, ed infine emerge dallo studio che ben 33 città hanno provveduto ad adottare il "Criterio ambientale minimo" (CAM) acquistando beni e fornendo servizi green regolamentati dal Ministero dell'Ambiente.
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26 Giugno 2020Iscriviti alla nostra Newsletter!
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