Sostenibilità
Si è svolto a Bergamo, presso il Centro ricerca e innovazione I.lab di italcementi, l'annuale Cementi sustainability initiative Ceo Meeting.
Il cemento può essere sostenibile? I maggiori produttori mondiali ritengono di sì e continuano a confermare il proprio impegno in questa direzione. Lo scorso 11 dicembre, presso il Centro ricerca e innovazione di Italcementi I.lab, i 24 principali produttori di cemento che aderiscono alla Cement sustainability initiative (Csi) si sono riuniti per l'annuale Csi Ceo Meeting.
L'evento, svoltosi sotto la copresidenza del Consigliere delegato di Italcementi Group Carlo Pesenti, è stato occasione per affrontare importanti tematiche quali lo sviluppo sostenibile, la salute e la sicurezza, l'azione contro i cambiamenti climatici e le emissioni inquinanti, il rispetto delle biodiversità e delle risorse naturali più preziose, tra cui l'acqua.
Obiettivo primario della Csi è quello di promuovere la comprensione, la misurazione e la trasparenza sulle prestazioni integrate, per una cultura d'eccellenza che possa andare oltre la semplice conformità legislativa e che coinvolga tutti i maggiori produttori mondiali.
La Cement sustainability initiative opera nel quadro del World business council for sustainable development (Wbcsd) e, in linea con i suoi propositi, è in fase di definizione degli obiettivi per il programma Action 2020, promosso proprio dalla piattaforma di condivisione Wbcsd.
Il ruolo delle aziende coinvolte è di grande importanza: basti pensare che alla Csi hanno aderito finora 24 produttori di cemento attivi in oltre 100 Paesi. Insieme, essi sono responsabili di circa il 30% della produzione mondiale di cemento. All'interno di tale quadro, Italcementi si conferma in prima linea: ne è prova la più recente Relazione di Bilancio annuale, contenente le linee guida degli Obiettivi al 2015 e delle Ambizioni al 2020 messe in atto in ogni filiale del gruppo.
La capacità di cooperazione che è mancata a Lima pare trovare strada meno ripida tra le grandi realtà imprenditoriali: saranno loro le vere responsabili del cambiamento?
