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Dall'Università di Bologna al Festival della Scienza all'ultimo rapporto IPCC: da più parti la scienza si appella ai Governi per cambiare il corso delle attuali politiche, insufficienti in termini di energia, controllo delle emissioni e difesa del territorio.
Chiedere energia pulita e tutela del territorio non è più soltanto prerogativa di ambientalisti sognatori.
Un gruppo di 22 scienziati, docenti e ricercatori dell'Università e dei Centri di Ricerca di Bologna hanno inviato a metà ottobre una lettera al governo per criticare l'attuale programma energetico nazionale contenuto nel decreto Sblocca Italia e proporre alternative più efficaci.
La lettera aperta è indirizzata al Presidente del Consiglio Renzi e ad alcuni suoi Ministri. Contiene un appello a ideare una strategia energetica che consideri non solo l'aspetto economico, ma tenga conto di altre quattro prospettive fondamentali: scientifica, sociale, ambientale, culturale. Le tappe necessarie sono risapute e ineludibili: riduzione del consumo ed incremento dell'efficienza energetica, riduzione del consumo di combustibili fossili (che l'Italia importa per il 90%), promozione di fonti energetiche rinnovabili.
Ma non è finita: un appello è giunto anche dal Festival della Scienza lo scorso 1 novembre, quando più di 30 fra gli studiosi riuniti hanno promosso e firmato il documento "Dopo Genova 2014 - Clima, suolo e futuro: per un'economia basata sul valore della natura". Nell'appello si evidenzia la necessità di sbloccare finanziamenti per un risanamento del territorio e, soprattutto, di incanalarli in modo efficace ed efficiente. Come? Impiegandoli in azioni accuratamente pianificate che comprendano, fra le altre cose, l'adozione di una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
Se alle voci degli scienziati "di casa" si aggiunge il drammatico rapporto finale dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), presentato poco tempo fa a Copenhagen, risulta lampante quanto le politiche e i paradigmi fino ad ora utilizzati siano stati inefficaci. Anche il comitato intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite, infatti, avverte i governi mondiali: siamo vicini al punto di non ritorno in materia di cambiamenti climatici, serve un'azione immediata.
A questo punto, quindi, i dati scientifici non mancano, così come le opinioni e le proposte di esperti in materia. Come pensa di reagire la politica dopo che anche gli obiettivi del pacchetto clima europeo, fissati il 23 e il 24 ottobre all'October European Council meeting sotto la presidenza italiana, sono stati da più parti definiti insufficienti?
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26 Giugno 2020Iscriviti alla nostra Newsletter!
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