Ultime Notizie
A Roma, in una conferenza organizzata da FASI.biz, numerosi ospiti hanno discusso sul ruolo del partenariato pubblico-privato come strumento di sviluppo in grado di consentire vantaggi economici e sociali di rilevante portata.
In concomitanza con l'avvio della programmazione 2014-2020 e l'approvazione dell'accordo di partenariato è di particolare importanza individuare e lavorare sugli asset strategici per sfruttare al meglio i fondi provenienti da Bruxelles.
Di questo si è discusso in occasione del convegno "Fondi UE 2014-2010, sviluppo locale partecipativo e partenariati pubblico-privato" organizzato dalla FASI.biz (Funding Aid Strategies Investments) a Roma lo scorso 18 novembre.
Nel settennato 2014-2020, in Italia i fondi complessivamente a disposizione sono pari a 130miliardi di euro. La Commissione Europea punta a migliorare le sinergie tra fondi strutturali e Horizon 2020 e ha deciso di dare ancora più impulso allo sviluppo locale di tipo partecipativo. In questo contesto i partenariati pubblico-privato sono un importante strumento di sviluppo, utilizzato in molte tipologie di interventi e opere, dove la cooperazione tra le parti può consentire vantaggi economici e sociali di rilevante portata.
Opportunità, competenze, semplificazione, standardizzazione, trasparenza nel partenariato pubblico-privato. Sono questi i temi attorno ai quali si è incentrata la conferenza organizzata da FASI.biz. Un'occasione importante di dibattito finalizzato a trovare modalità operative immediatamente perseguibili, esaminando gli ostacoli e le criticità della progettazione.
Giovanni Vetritto (guarda qui la video-intervista), dirigente presso il Dipartimento degli Affari regionali, ha illustrato il ruolo degli stakeholder nella nuova programmazione. Vetritto ha spiegato che nel documento sulle sette innovazioni di merito per la programmazione dei fondi europei 2014-2020, promosso dall'allora ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, sono due gli aspetti che fanno riferimento al tema dello sviluppo locale partecipativo: il primo riguarda l'apertura dei processi di programmazione, cioè la necessità di prevedere procedure di coinvolgimento degli stakeholder, mentre il secondo è relativo al cosiddetto partenariato mobilitato, una mobilitazione continua del partenariato, anche grazie a strumenti, come OpenCoesione, che permettano di monitorare processi e tempi di attuazione dei progetti cofinanziati dai fondi europei. Secondo Vetritto è necessario attivare processi partecipati con i territori e valorizzare la capacità della società di immaginare nuove vie di sviluppo, innovazione sociale e possibili soluzioni ai problemi interesse collettivo.
Infrastrutture, servizi, innovazione e ricerca sono i settori su cui, secondo Alessandro Frezza (guarda qui la video-intervista), partner Ernst & Young, si dovrebbero stimolare i partenariati pubblico-privato.
Claudio Bocci, direttore delle relazioni istituzionali di Federculture, ha invece posto l'accento sul ruolo della progettazione integrata e partecipata per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Nonsoloambiente.it ha avuto modo di parlare anche con Enrico Seta, Capo Segreteria Tecnica del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in merito all'importanza di dare alle imprese delle certezze in merito a norme e buone pratiche diffuse.
Tags:
Potrebbero interessarti ...
City making e partecipazione attiva: come ripensare le città
10 Giugno 2024Scarti vegetali per l’edilizia sostenibile
17 Aprile 2024Case Green, identikit della direttiva UE
26 Marzo 2024Reinventing Cities: le città candidate alla rigenerazione urbana
27 Febbraio 2024Nato il primo progetto di coltivazione aeroponica in residence
1 Febbraio 2024Ecosistema urbano 30: a che punto siamo e come migliorare
15 Novembre 2023Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!