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Un bollino di garanzia "verde" per il bosco, il legno che produce, i prodotti che ne derivano e i lavoratori di tutta la filiera. L'Italia si attesta al 14° posto nel mondo con circa 800 mila ettari di foreste certificate PEFC.
Anche i boschi hanno la loro certificazione, un marchio che ne garantisce la sostenibilità. È il sistema PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification), lo standard di certificazione volto ad attestare che le forme di gestione boschiva rispondano a precisi requisiti di "sostenibilità" ambientale, economica e sociale.
Quando si parla di "certificazione della gestione forestale" si fa riferimento ad una procedura riconosciuta e collaudata di verifica che conduca all'emissione, da parte di un organismo indipendente, di un certificato che attesti che "la gestione e l'uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo tali che consentano di mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità ed una potenzialità in grado di garantire ora e nel futuro importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale e che non comporti danni ad altri ecosistemi".
Nell'applicazione di eco-certificazione si riscontra il problema di definire dei criteri e degli indicatori della "gestione forestale sostenibile" (GFS), ovvero dei parametri qualitativi e quantitativi che consentano di effettuare una valutazione sulle performance ambientali e la sostenibilità dei sistemi di gestione forestale. I criteri e gli indicatori proposti dal Programma per il riconoscimento di schemi nazionali di Certificazione Forestale (PEFC) prendono spunto dalle difficoltà emerse nell'individuare uno strumento idoneo a rispondere in modo soddisfacente alle peculiari situazioni del contesto europeo e dall'esigenza dei proprietari privati di disporre di uno strumento flessibile e rispondente alla necessità di attuare una gestione ecologicamente appropriata, ma anche mirata al conseguimento di benefici sociali ed economicamente valida.
Pertanto il PEFC si pone come alternativa ai sistemi di certificazione esistenti e fonda lo schema di certificazione forestale PEFC in Europa su tre principi fondamentali: il rispetto dei Criteri e degli indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per la protezione delle foreste in Europa (Helsinki 1993, Lisbona 1998) che hanno avvito il cosiddetto "Processo pan-europeo"; l'applicazione a livello regionale o di gruppo; le verifiche ispettive e la certificazione affidate ad una terza parte indipendente e accreditata.
La certificazione PEFC infatti, a differenza di altre organizzazioni, si avvale di organismi di verifica terzi per garantire che una foresta sia gestita in conformità internazionali di sostenibilità. Una garanzia che si rende visibile ai consumatori con un piccolo marchio. Per le imprese la certificazione oltre ad essere una necessità di legge è anche un'importante opportunità di mercato. Tuttavia il marchio PEFC è soprattutto garanzia per il consumatore, sempre più coinvolto nelle scelte economiche sostenibili. "Quello che il PEFC vuole - spiega Antonio Brunori, segretario generale PEFC Italia - è che il consumatore ogni giorno, vedendo un pezzo di legno o un foglio di carta si chieda da quale bosco proviene. La nostra organizzazione permette la tracciabilità fino al prodotto finale, cosicché ogni giorno sia una giornata dedicata al buon consumo, alla legalità e al rispetto dei diritti sociali". Poter ricostruire la filiera del prodotto è fondamentale soprattutto in un paese come l'Italia che importa il 90% di legname-carta dall'estero. L'Unione Europea ha infatti dichiarato che il 25% è di provenienza illegale, spesso da foreste tropicali dalle zone dell'Amazzonia, del Congo e dell'Indonesia.
Negli ultimi 50 anni, nel nostro Paese, la superficie boschiva è raddoppiata: oltre ad essere un'importante fonte di ricchezza, mantiene viva la cultura rurale delle nostre montagne. Con circa 800 mila ettari di foreste certificate PEFC, il 9% della superficie totale a bosco (8.759.200 ettari), l'Italia si attesta al 14° posto nel mondo con un aumento di oltre 23 mila ettari pari al +3,2% rispetto al 2012.
I boschi certificati italiani producono materiale famoso in tutto il mondo come il legno di "risonanza" per strumenti musicali (per i violini di Stradivari si utilizzava legno di abete rosso della Valdifiemme). Il legno certificato si è inoltre dimostrato perfetto per le costruzioni antisismiche (la casa di sette piani dell'Ivalsa-Cnr ha resistito alla simulazione del terremoto di Kobe del 1995 di magnitudo 7,2 della scala Richter). E infine, nella quasi totalità dei boschi certificati, gli incendi forestali sono contrastati dalla gestione attiva che implica anche sorveglianza e pulizia.
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