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Il modello della crescita economica senza limiti non è più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale e non è in grado di assicurare la tutela della salute dei cittadini. Secondo la Rete Sostenibilità e Salute oggi più che mai "curare" significa prendersi cura del pianeta in cui viviamo.
Affermare un modello diverso di salute e sanità, realmente sostenibile. Per questo, ventuno organizzazioni no profit italiane, da tempo attive nell'ambito della salute, si sono unite nella Rete Sostenibilità e Salute mediante la sottoscrizione della "Carta di Bologna". Una Rete di coordinamento che indirizzi le forze e gli sforzi, su tutto il territorio nazionale, verso l'affermazione del diritto alla salute di tutti i cittadini e cittadine mediante un nuovo approccio culturale.
"Non è possibile pensare al miglioramento della sanità, che drena una parte davvero significativa delle risorse dello Stato e delle Regioni, senza prendere in considerazione il discorso della sostenibilità in un'ottica più ampia e lungo periodo - ha dichiarato Jean Louis Aillon, portavoce della neonata "Rete Sostenibilità e Salute" - Non può, infatti, esistere nessun Servizio Sanitario Nazionale economicamente sostenibile in un mondo che è di fatto ecologicamente insostenibile".
Ambiente, economia, salute: tutto è correlato. L'attuale modello di sviluppo, fondato su una crescita economica illimitata e indiscriminata non è sostenibile da un punto di vista ambientale, economico e sociale. E soprattutto non è in grado di assicurare la piena tutela della salute delle generazioni presenti e future.
Samuel Myers della Harvard Medical School afferma, infatti, che i cambiamenti climatici comportano rischi concreti per la salute umana e i loro effetti indiretti metteranno a rischio la qualità della vita di centinaia di milioni di persone con conseguenti costi enormi per i Sistemi Sanitari pubblici. Il percorso da intraprendere è indicato dal New England Journal of Medicine: "affinché le popolazioni vivano in maniera sostenibile e in buona salute nel lungo periodo, il settore sanitario deve rimodellare il modo in cui le società umane pianificano, costruiscono, spostano, producono, consumano, condividono e generano energia".
Manifesto della Rete Sostenibilità e Salute è la "Carta di Bologna per la sostenibilità e la salute" in cui si espone la necessità di un nuovo approccio culturale che innanzitutto eviti la medicalizzazione eccessiva. Recenti studi confermano che su 2.500 prestazioni sanitarie supportate da buone evidenze scientifiche, solo il 46% è sicuramente utile e il 4% è giudicato dannoso. Inoltre chi vive in regioni ad alta intensità prescrittiva sperimenta livelli di sopravvivenza peggiori di chi vive in regioni a bassa intensità prescrittiva.
La Carta affronta anche aspetti pratici come la prevenzione delle frodi, la gestione della fiscalità, il coordinamento dei servizi e le condizioni di accesso. "È indispensabile - ha spiegato Aillon - che il Servizio Sanitario Nazionale, basato sulla prevenzione e sull'assistenza primaria resti una risorsa per tutti senza disuguaglianze di accesso, indipendente dalle influenze del mercato, sulla base di un sistema che valuti i risultati in termini di "produzione di salute" e non sono di numero di prestazioni sanitarie erogate".
Secondo la Rete Sostenibilità e Salute, infatti, occorrono una cultura e una società non basate esclusivamente sul paradigma economico del profitto e dell'efficienza fine a se stessa, ma che sia in grado di superare le disuguaglianze garantendo il diritto alla salute a tutti. Perché "curare" significa prendersi cura del pianeta sui cui viviamo.
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