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Il mondo ha registrato un nuovo, triste record che mette in luce l'urgenza di strategie internazionali per affrontare i problemi legati all'inquinamento atmosferico e ambientale, mettendo un freno al costante aumento delle emissioni inquinanti.
Aprile 2014 è un mese da dimenticare e rappresenta una grande sconfitta per quanto riguarda la lotta all'inquinamento atmosferico: il periodo si aggiudica il pessimo titolo di “mese più inquinato della storia”, secondo quanto riportato da Climatecentral.org. Non un solo giorno di aprile, infatti, ha registrato dei dati di CO2 nell'atmosfera al di sotto della soglia minima di 400 ppm.
Le rilevazioni, effettuate alle Hawaii, mettono in luce quanto il problema dell'inquinamento atmosferico sia urgente e come sia necessario porre in essere delle strategie che possano avere un effetto anche a breve termine, per una riduzione delle emissioni, che interessi tutto il mondo. L'allarme riguardante il periodo appena concluso, infatti, con ogni probabilità riguarderà anche i prossimi mesi: Pieter Tans, climatologo della National oceanic and atmospheric administration (Noaa), ha affermato alla stampa che le previsioni per maggio e giugno non sono più rosee. I livelli di CO2 nell'atmosfera dovrebbero mantenersi al di sopra dei limiti fino a luglio.
A contribuire all'aggravarsi della situazione è il naturale ciclo delle stagioni: nel periodo primaverile i livelli di anidride carbonica presente nell'atmosfera tendono ad innalzarsi, complice la fioritura delle piante. Successivamente, le piante tendono ad assorbire la CO2 favorendo l'abbassamento dei livelli presenti nell'atmosfera. I picchi si registrano solitamente in maggio, caratteristica che porta ad ipotizzare un prolungamento dello stato di allerta nei prossimi mesi.
Secondo lo studioso, il picco maggiore si registrerà nel mese di maggio e si arriverà a 402.5 ppm, prima di poter assistere ad una graduale diminuzione. Tuttavia, la registrazione dei livelli record di aprile lascia temere che, nei mesi dell’autunno, il calo non sarà sufficiente a riportare i dati al di sotto dei limiti previsti e che, con l'arrivo dell'inverno e la conseguente naturale tendenza ad un nuovo aumento, la quantità di anidride carbonica presente nell'atmosfera non riesca mai a scendere sotto i livelli di guardia: i dati finora raccolti sembrano attestare un livello di base in continuo innalzamento.
La prima misurazione oltre le 400 ppm è stata rilevata il 9 maggio del 2013, con un mese di ritardo rispetto a quanto avvenuto quest'anno: l'aumento degli inquinanti nell'atmosfera è graduale ma difficile da arrestare e appare sempre più urgente la necessità di politiche internazionali atte a porre un freno al fenomeno, imponendo un'inversione di rotta per la salvaguardia del pianeta.
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13 Aprile 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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