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La green economy potrebbe generare dai 15 ai 60 milioni di posti di lavoro nei prossimi venti anni. L'auspicio del Ministro dell'Ambiente Galletti, intervenuto all'annuale meeting della Fondazione Sviluppo Sostenibile: "Tutta l'economia deve essere verde".
Di Daniela Buongiorno
La green economy potrebbe generare dai 15 ai 60 milioni di posti di lavoro nei prossimi venti anni. L'auspicio del Ministro dell'Ambiente Galletti, intervenuto all'annuale meeting della Fondazione Sviluppo Sostenibile: "Tutta l'economia deve essere verde".
Fisco green e misure incisive. Questo il messaggio lanciato nel corso del Meeting di Primavera 2014, appuntamento annuale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutosi a Roma il 15 aprile, in preparazione degli Stati Generali della green economy di novembre. Tema di quest'anno "Imprese e lavori per una green economy".
Nel corso del 6° meeting annuale della Fondazione si è ribadita la necessità di un nuovo progetto di sviluppo sostenibile, un Green New Deal che sappia interpretare i nuovi bisogni e che si basi su misure incisive e innovative, su strumenti finanziari idonei e su una fiscalità ecologica a livello europeo. "Le politiche europee durante questa crisi sono state largamente carenti e stanno alimentando sfiducia ed euroscetticismo - ha affermato Edo Ronchi, presidente della Fondazione - Il mondo della green economy dovrebbe chiedere la revisione del fiscal compact".
Per dare vita a questo progetto europeo di sviluppo green, la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile auspica, infatti, l'alleggerimento del peso debito pubblico tenendo bassi i tassi di interesse e l'aumento della liquidità per i nuovi investimenti con un ruolo più attivo della BCE come banca centrale. Inoltre la possibilità di utilizzare gli eurobond per finanziare gli investimenti per l'eco-innovazione senza pesare sul debito pubblico e una riforma fiscale ecologica europea che riduca il prelievo su lavoro e imprese, aumentandolo su inquinamento e consumo di risorse, così da rilanciare uno sviluppo pulito e una maggiore occupazione.
"Le imprese green e i green jobs - ha continuato il Presidente Ronchi - stanno facendo i conti con la crisi, anche se alcuni indicatori ci dicono che l'economia verde ha resistito meglio dell'economia tradizionale". Uno studio realizzato dall'Unep insieme all'Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo), ha stimato infatti, che nei prossimi venti anni la green economy potrebbe generare dai 15 ai 60 milioni di posti di lavoro a livello globale. Secondo la Guida ai green jobs, in Italia i posti di lavoro verde sarebbero oltre 1.400.000, in particolare nelle risorse agroforestali (400.000) e nelle energie rinnovabili (150.000).
Nell'ultimo quinquennio, gli indicatori economici sono tutti di segno negativo: -16% i prestiti bancari tra il 2007 e il 2013; -24% la produzione industriale fra il 2008 e il 2013; disoccupazione giovanile al 40%. La green economy, invece, nonostante la lunga crisi, mostra molte positività. Ad esempio la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è passata da 58.164 GWh del 2008 a 108.500 GWh del 2013 (il fotovoltaico è passato da 193 a 22.400 GWh), nonostante siano calati gli investimenti. Tra il 2008 e il 2012, inoltre, è diminuita la produzione di rifiuti ed è aumentata la raccolta differenziata (da 9.933 Kt a 11.965) e la percentuale di imballaggi inviati al riciclo (dal 60% al 67%). A crollare, invece, sono gli stanziamenti dello Stato per l’ambiente da 1.832 milioni del 2008 a 828 del 2012 fino a 605 milioni nelle previsioni di competenza del 2014.
Il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, intervenuto al meeting, ha ribadito il suo impegno verso uno sviluppo sostenibile. Ha però invitato ad uscire dalla trappola della green economy: "L'economia deve essere tutta verde: tutta la filiera industriale deve avere alla base l'ambiente. Investendo infatti sull'ambiente e utilizzando in modo efficiente le risorse si massimizzano i profitti, risparmiando ad esempio le materie prime ed utilizzando il riciclo".
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