Il GRAB a Roma: Nonsoloambiente intervista Alberto Fiorillo
Sostenibilità

Il GRAB a Roma: Nonsoloambiente intervista Alberto Fiorillo

Il GRAB abbraccia Roma in un anello ciclo pedonale dall'itinerario di alto valore artistico e ambientale. L’intervista con Alberto Fiorillo racconta il progetto di mobilità sostenibile e rigenerazione urbana pensato per un futuro più smart per la Capitale.

Per parlare del GRAB, il Grande Raccordo Anulare Bici, promosso da Legambiente, VeloLove, Parco Regionale dell’Appia Antica e Touring Club Italiano e altre Associazioni, Nonsoloambiente ha intervistato Alberto Fiorillo, Responsabile Aree Urbane Legambiente e Coordinatore del progetto.

Il GRAB è un anello viario ciclo pedonale lungo 44,2 Km, che si sviluppa all'interno del territorio della capitale: quali sono gli elementi che hanno portato alla nascita di questo progetto che è stato definito la nuova green way romana?

Il progetto del GRAB nasce in primo luogo dal bisogno dei romani di vivere una mobilità urbana più sostenibile in una città meno inquinata e più bike friendly, ma è, anche e soprattutto, il coronamento del sogno di Antonio Cederna per la creazione di un unico grande parco archeologico tra i Fori e l’Appia Antica. Il tragitto ciclo pedonale apre finalmente ai cittadini e ai turisti questo museo a cielo aperto. Chiarisco subito: il GRAB non è solo una pista ciclabile. Come l’Highline di New York e la ciclovia del Danubio, vuole contribuire alla creazione di un nuovo immaginario dei luoghi e rendere possibile una diversa fruizione degli spazi urbani. La specificità del GRAB, è quella di essere un’infrastruttura leggera, low cost e ambientalmente sostenibile che propone al contempo, una mobilità diversa e una lezione di storia itinerante che parte dal 300 avanti Cristo e arriva fino all'architettura contemporanea di Zaha Hadid e alla street art del Quadraro e di Torpignattara.

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Il GRAB si inserisce in un contesto urbano molto particolare sotto tanti punti di vista. Quali sono le caratteristiche e le opportunità di questo progetto?

L’unicità senz'altro è la caratteristica distintiva del GRAB: nessuna capitale al mondo possiede un così lungo ed ininterrotto anello ciclo pedonale all'interno del paesaggio urbano. Solo a Roma questo itinerario tra spazio naturale e spazio urbanizzato è capace di racchiudere in poco meno di 45 chilometri un’antologia così variegata di luoghi di interesse. Tuttavia, il GRAB non è solo un anello monumentale, dal punto di vista sociale, collega tra loro periferie, quartieri densamente popolati e aree storiche. Cambiando il rapporto centro-bordi, il percorso permette una mobilità inter-quartiere, connette aree diverse tra loro che possono trovare nel GRAB un meccanismo utile a innescare processi di trasformazione e di rigenerazione urbana. Oltre a ciò, le opportunità che si aprono con il GRAB portano a valorizzare il Parco Archeologico e Naturale dell’Appia Antica, a favorire circuiti virtuosi di green economy ed a rinforzare la piattaforma di mobilità sostenibile e intermodale della città. Il GRAB vuole contribuire a fare di Roma una metropoli contemporanea che investe sul suo territorio, tutela l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini e di chi la visita.


Un itinerario che da l’Arco di Costantino si sviluppa in 24 tappe e tocca i confini della Capitale. Che tempi ha la completa realizzazione del GRAB?

Riguardo ai tempi, è funzionale il fatto che in gran parte il GRAB esista già: molti tratti del percorso sono già pronti, come quelli che si snodano lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali, quindi lontano dal traffico. Il cantiere che verrà, dovrà ricucire tra loro i tratti esistenti, mettere in sicurezza i punti critici, dare al percorso un'estetica forte e un preciso carattere identitario. A questo proposito, voglio sottolineare l’importanza della collaborazione tra le Associazioni e i cittadini, che sono coinvolti a suggerire interventi che possano ulteriormente andare a migliorare l’opera. Dal punto di vista istituzionale, il progetto del GRAB trova risonanza nelle ultime politiche europee a favore della mobilità sostenibile e della ciclabilità urbana, e a livello nazionale, è sostenuto dal Ministro Delrio che, nel testo della Legge di Stabilità 2016, ha destinato le risorse necessarie alla realizzazione dell’anello ciclo pedonale capitolino, individuato dal Governo quale intervento prioritario nell'ambito delle infrastrutture.


Dedicare infrastrutture specifiche per le bici e realizzare servizi di interscambio con altri mezzi di trasporto sono alcuni tra gli interventi che possono supportare la diffusione della mobilità ciclabile urbana. A che punto siamo in Italia per quanto riguarda invece i cambiamenti individuali nelle scelte quotidiane?

Ritengo che i cittadini italiani siano pronti al cambiamento. Basta guardare il gruppo di Comuni dove almeno un quarto dei cittadini pedala ogni giorno come Pesaro, Bolzano, Reggio Emilia o Ferrara. E ancora, dove sono state fatte scelte e investimenti ad hoc, possiamo osservare numeri economicamente competitivi realizzati nel settore del cicloturismo, come ad esempio in Alto Adige o in Toscana. Gli italiani stanno già usando le loro bici come un grimaldello a pedali per adottare uno stile di mobilità alternativo al predominio culturale e fisico - unico al mondo - dell'auto privata, che ha plasmato per mezzo secolo lo sviluppo delle infrastrutture e delle aree urbane nazionali. Oggi le più avanzate città del mondo non sono più auto - centriche, ma auto-free: per raggiungerle dobbiamo investire in idee, progetti e soluzioni per una nuova mobilità urbana, efficiente e sicura, tassello fondamentale per la costruzione di città davvero smart.

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