Speciale Decreto rinnovabili: intervista a Emilio Cremona-ANIE Rinnovabili

Speciale Decreto rinnovabili: intervista a Emilio Cremona-ANIE Rinnovabili

La nuova bozza di Decreto rinnovabili continua a far discutere. La posizione di Cremona, ANIE Rinnovabili: "Le aspettative sul DM sono state completamente disattese. Sbagliato tagliare gli incentivi: le rinnovabili portano occupazione, innovazione tecnologica e un futuro più green".

Continua lo speciale di Nonsoloambiente dedicato alla nuova bozza di Decreto sui meccanismi di incentivazione per le rinnovabili non fotovoltaiche per il biennio 2015-16, pubblicata dal MISE. Abbiamo dato voce negli ultimi giorni ai principali riferimenti del settore. Oggi è la volta di Emilio Cremona, presidente di ANIE Rinnovabili.

"Le energie da fonti rinnovabili faticano a ottenere una dignità economica e politica rispetto alle fonti fossili. Come uscire dalla situazione, considerando che ormai in Italia hanno un peso superiore al 40%?"

E' un dato di fatto che le fonti rinnovabili garantiscono il 40% del fabbisogno nazionale di elettricità e che in futuro tale percentuale è destinata inesorabilmente ad aumentare. In realtà, più che di dignità è appropriato declinarla come esigenza economica, politica ed aggiungo di mercato. E' la Comunità Europea che ci indica la strada da percorrere in futuro attraverso il Pacchetto Clima Energia 2030, attraverso la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia 2014-2020 e attraverso la nuova regolamentazione. In Italia c'è molta attenzione ai diversi temi. La stessa Confindustria ha di recente completato e presentato un nuovo design del mercato elettrico, in cui gran parte delle criticità del nostro attuale assetto di mercato sono superabili semplicemente adottando le soluzioni indicate dall'Europa, quali a titolo esemplificativo l'istituzione di mercati infragiornalieri con sessioni prossime al tempo reale, la partecipazione al mercato di dispacciamento e di bilanciamento degli impianti da fonte rinnovabile. Le tecnologie giocheranno un ruolo molto importante in futuro; mi riferisco in particolare ai sistemi di weather and demand forecasting e ai sistemi di accumulo.

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"Nuovo Decreto rinnovabili di prossima attuazione: qual è la vostra posizione rispetto al testo attualmente in esame? Quali miglioramenti sarebbero auspicabili?"

Su questo fronte le aspettative sono completamente state disattese. Lo schema di decreto non è idoneo a garantire lo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili e non solo perché l'orizzonte temporale entro cui avrà efficacia il provvedimento sia il 1° dicembre 2016. Il taglio degli incentivi che ha interessato tutte le fonti, seppur in maniera differente in funzione della taglia degli impianti, ma in particolar modo quelli di piccola taglia con punte del 40%, l'impossibilità di valorizzare la vendita dell'energia elettrica per certe tipologie di nuovi impianti, cui anzi sarà stornata dall'incentivo la valorizzazione dell'energia immessa in rete, il paradossale divieto di accesso agli incentivi a tutti gli impianti che hanno avviato i lavori di costruzione - solo per citarle alcuni temi - creano un certo clima di sfiducia sul futuro sviluppo dell'industria italiana delle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico. Non mi stancherò mai di rimarcare che quello delle rinnovabili è un mondo che genera su tutto il territorio nazionale occupazione diretta e indiretta. Si pensi ai produttori degli inverter, dei misuratori, dei sistemi software di monitoraggio, dei simulatori di weather forecasting, dei cavi, dei quadri elettrici, dei moduli, dei rotori, dei mozzi, delle pale, delle torri di sostegno, dei trasformatori, delle valvole, delle turbine, dei generatori, degli installatori e via dicendo. Inoltre, questo settore  ha alimentato e alimenta l'innovazione tecnologica, che rende oggi il nostro paese - grazie all'industria nostrana - una delle nazioni più all'avanguardia nel panorama mondiale e fonte di sviluppo

Tarpare le ali alle fonti rinnovabili significa avere una visione miope sul breve e medio periodo, che avrà forti ripercussioni non solo in termini di occupazione, ma anche sul fronte delle conoscenze e delle competenze. Credo che coloro che sono chiamati a prendere delle decisioni debbano tenere bene a mente le implicazioni negative delle loro scelte e debbano proiettarsi nel futuro che sarà sempre più marcatamente green. Quali miglioramenti sono auspicabili? Si potrebbe incominciare a valutare sotto un'altra ottica le proposte di ANIE Rinnovabili, ma temo che non ci sia la volontà politica per rielaborare lo schema del DM.

"Quali azioni sta attuando la vostra associazione a tutela e difesa dell'interesse della categoria?"

Negli ultimi mesi ci siamo focalizzati su quattro filoni, partecipando in modo attivo e propositivo ai tavoli di lavoro istituzionali e confindustriali: il ricorso legale al cosiddetto "spalma incentivi" presentate dalle nostre associate; le proposte di modifica allo schema di decreto ministeriale sulle fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche; il nuovo design del mercato elettrico presentato da Confindustria lo scorso 22 settembre, al termine di un lungo lavoro di market assessment condotto da Poyry, che auspichiamo sortisca nel breve, medio e lungo termine gli effetti attesi. Infine, l'elaborazione del documento confindustriale sul Green Act, di fondamentale importanza per l'agenda non solo politica, ma anche industriale, perché dovrebbe contemperare il tema ambientale ai temi dell'energia e dell'industria sulle linee guida della normativa comunitaria

"Incidenza del costo delle FER in bolletta: per molto tempo questo è stato l'alibi dietro il quale i movimenti fossilisti hanno potenziato la loro azione. Non vi è dubbio che esista un fondo di verità, ma fino a che punto l'incidenza del costo compensa un reale risparmio/efficientamento energetico?"

Il quesito non può e non deve ridursi ad un mero confronto tra i costi generati per il sistema dalle tecnologie green piuttosto che da quelle che impiegano combustibili fossili. I futuri assetti di mercato beneficeranno della complementarietà di entrambe le tecnologie a vantaggio della competitività degli Stati. Il tema vero, però, è quanto sia importante per un essere umano e per le sue generazioni future vivere in un ambiente salubre e godere dello spettacolo della natura, quanto sia importante per l'industria la spinta alla crescita economica e all'innovazione che può determinare una politica più green rispetto al passato, quanto sia importante una maggior indipendenza dall'approvvigionamento energetico. Come si può assegnare un valore a tutto ciò e tenerlo in considerazione?

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