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È una svolta storica per la famiglia che ha fondato la propria ricchezza sul petrolio: la Rockefeller Brothers Fund aderisce al “divestment movement” per investire esclusivamente sulle forme di energia pulita.
In occasione del Summit sul Clima organizzato dalle Nazioni Unite, domenica 21 settembre migliaia di manifestanti sono scesi nelle piazze di New York e delle principali città mondiali per rivendicare il proprio diritto ad un pianeta non più a rischio a causa dell'inquinamento e dello sfruttamento insostenibile delle risorse.
Un tema, quello dell'emergenza climatica e ambientale, che si rivela sempre più sentito da una parte all'altra del pianeta: se la più recente indagine Coldiretti rivela che l'81% degli italiani confida nel settore ambientale per la creazione di nuovi posti di lavoro, non si scosta molto da questi risultati nemmeno l'indagine condotta dal New York Times, la quale rivela che il 60% degli americani considera la tutela ambientale una priorità, anche a scapito della crescita economica.
A fare scalpore in questi giorni, però, non sono tanto i grandi numeri, quanto i nomi altisonanti: a schierarsi dalla parte delle rinnovabili è la famiglia Rockefeller, tra le più influenti al mondo, che ha fondato il proprio impero proprio sul greggio.
Gli eredi di John D. Rockefeller hanno reso pubblica l'intenzione di allontanare Rockefeller Brothers Fund, fondazione da 860 milioni di dollari, da qualsiasi attività legata al petrolio per investire invece in fonti rinnovabili ed energia pulita. La decisione dei Rockefeller costituisce la cresta di un'onda che già da tempo ha iniziato ad investire il mondo dell'economia e della finanza e che ha un nome: divestment movement.
Il movimento ha avuto inizio negli ambienti universitari, dove studenti e professori hanno iniziato a chiedere ai fondi gestione degli atenei di abbandonare gli asset del petrolio e delle fonti non rinnovabili, in favore di fonti energetiche pulite. Negli ultimi anni, ben 180 istituzioni hanno aderito al movimento, per investimenti ritirati superiori ai 50 miliardi di dollari.
Oggi, la scelta dei Rockefeller non ha soltanto implicazioni economiche, ma si carica anche di una valenza simbolica e politica per una famiglia la cui ricchezza è stata fondata proprio sul petrolio: la decisione riflette la crescente sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali che sta coinvolgendo le popolazioni mondiali, così come i Governi, impegnati nel raggiungimento degli obiettivi internazionali fissati per il 2020 e il 2030.
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