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Secondo il rapporto dell’International Energy Agency, entro tre anni le FER doppieranno il nucleare e supereranno anche la produzione di gas.
Nonostante la crisi, le rinnovabili si confermano un settore in costante espansione, tanto da apprestarsi a diventare, entro il 2016, la seconda fonte di energia dopo il carbone. E’ quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto Medium-Term Renewable Energy Market stilato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA- International Energy Agency) e presentato nei giorni scorsi a Roma.
Nonostante la crisi, le rinnovabili si confermano un settore in costante espansione, tanto da apprestarsi a diventare, entro il 2016, la seconda fonte di energia dopo il carbone. E’ quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto Medium-Term Renewable Energy Market, stilato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA- International Energy Agency) e presentato nei giorni scorsi a Roma.
Secondo lo studio, entro il 2016 la produzione di energia da idroelettrico, eolico, solare e altre fonti rinnovabili in tutto il mondo supererà quella da gas e diverrà doppia rispetto al nucleare. Più lenta invece la crescita della produzione di calore da fonti rinnovabili: i biocarburanti ad esempio aumenteranno il loro apporto energetico entro il 2018 di solo l'1%, passando dal 3% al 4% del totale.
Nei prossimi cinque anni, come si vede dall'immagine qui sotto, le fonti non fossili dovrebbero aumentare complessivamente del 40%, fino ad arrivare a rappresentare circa un quarto della produzione di energia a livello globale, una crescita esponenziale rispetto al livello del 20% raggiunto nel 2011.
“Le fonti energetiche rinnovabili sono sempre meno costose e stanno dimostrando di essere in grado di sopravvivere con le proprie forze, nonostante la riduzione generalizzata degli incentivi”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’IEA Maria van der Hoeven. “Questa è una buona notizia per un sistema energetico globale, che ha bisogno di diventare più pulito e più diversificato, ma non deve diventare una scusa per i governi per non fare la propria parte, attuando adeguate politiche energetiche a lungo termine”.
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