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Presentato a Roma il Rapporto di Legambiente "Comuni rinnovabili 2015": un'occasione per constatare l'evoluzione e la diffusione dell'energia da fonti rinnovabili in Italia, fissando allo stesso tempo le basi di una strategia per affrontare le problematiche irrisolte del settore.
Uno spaccato su un'Italia che funziona alimentandosi a energie rinnovabili. Lo scorso 13 maggio Legambiente ha presentato a Roma il rapporto Comuni rinnovabili 2015, realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il GSE. Si tratta di un'analisi periodica giunta ormai alla decima edizione, che racconta una storia in cui le diverse tipologie di energia pulita hanno acquisito negli anni sempre maggiore forza, uscendo dai margino e guadagnando via via un posto di rilievo nel panorama energetico nazionale.
Nel 2014, in Italia le rinnovabili nel loro complesso hanno contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici (contro il 15,4 % del 2005) e il 16% dei consumi energetici finali (quando nel 2005 eravamo al 5,3%). Oggi l'Italia è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici. Solare che detiene anche un altro primato: è infatti presente e utilizzato, senza eccezioni, in tutti gli 8.047 comuni Italiani. Seguono a grande distanza le bioenergie (presenti in 2.415 Comuni), il mini idroelettrico (in 1.160 Comuni), dell'eolico (in 700 Comuni) e della geotermia (in 484 Comuni).
Alla presentazione del rapporto hanno partecipato Guido Bortoni, presidente Autorità per l'energia, Silvia Velo, sottosegretario all'Ambiente, Nando Pasquali, presidente GSE, Agostino Re Rebaudengo, presidente assoRinnovabili e Asja Ambiente Italia, Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, Francesco Sperandini, direttore Direzione operativa GSE. Nel corso della mattinata non sono mancati i riconoscimenti, attribuiti ai comuni più virtuosi: il premio Comuni Rinnovabili 2015 è stato assegnato a Campo Tures (BZ), i premi Buona Pratica a Forlì e a Celle San Vito (FG).
L'appuntamento ha fornito, inoltre, la vetrina ideale per il lancio del sito comunirinnovabili.it, destinato a fare da collettore e cassa di risonanza per i buoni esempi di innovazione energetica presenti sul territorio italiano, e per le esperienze, i progetti e gli eventi in grado di animare il dibattito intorno al tema. Come "Le comunità dell'energia", conferenza organizzata a Pesaro da Legambiente e occasione d'oro per presentare un Manifesto per l'autoproduzione da fonti rinnovabili, con l'obiettivo di abbattere le barriere che attualmente impediscono di produrre direttamente o condividere l'energia prodotta attraverso micro reti e reti locali integrate con sistemi di accumulo.
Perché una volta acquisito come dato di fatto, grazie ai risultati proposti, che l'energia da fonti rinnovabili è entrata a far parte del nostro presente, "ora occorre aprire una seconda fase di questa rivoluzione energetica dal basso che possa cogliere tutte le opportunità legate alla riduzione dei costi delle tecnologie, eliminando tutte le barriere che oggi questi progetti si trovano di fronte". Queste le parole di Edoardo Zanchini, che commenta il dato secondo cui, se nel corso del 2014 sono aumentate le installazioni per tutte le fonti, i ritmi di crescita sono molto inferiori rispetto al passato.
Le ragioni di questo calo? "Gli operatori nazionali ed esteri - ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo- chiedono, per continuare a investire nel nostro Paese, regole chiare, certe, stabili nel tempo e che, soprattutto, siano coerenti con un preciso disegno di politica energetica di lungo periodo. All'incertezza si aggiungono, inoltre, gravi e numerosi ritardi nell'emanazione di decreti e regolamenti attuativi che rendono, di fatto, le norme approvate inapplicabili".
Buone notizie e questioni in sospeso dunque per uno dei dibattiti aperti che, intersecando questioni cruciali come le misure per il clima (lo stop ai sussidi per le fonti fossili, il Green Act e gli incentivi all'innovazione energetica sono solo pochi, ma fondamentali, mastodontici esempi), sembrano poter definire la direzione del nostro futuro.
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