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Il comparto del second hand permette di risparmiare 22mila tonnellate annue di rifiuti e 20 milioni di tonnellate di CO2: sarà il nuovo traino della green economy?
Riciclo creativo, riuso, DIY, second hand: tante definizioni per un'abitudine, quella di dare una seconda vita agli oggetti, che è sempre più diffusa e che rivela mercati in rapida crescita. La raccolta differenziata e la filiera del recupero non sono le uniche vie di valorizzazione delle risorse: al loro fianco sono in forte sviluppo attività il cui impatto, per la prima volta, è stato misurato.
Sono 22mila le tonnellate di beni sottratte ogni anno alla discarica e alla tradizionale filiera del riciclo in Italia in favore del mercato dell'usato conto terzi. A questo dato, secondo lo studio condotto da Occhio del Riciclone, corrispondono 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno immesse ogni anno nell'atmosfera.
Se questi sono numeri che colpiscono, una recente indagine Oxa permette di avere un quadro ancora più chiaro della portata del settore, finora raramente preso in considerazione nelle analisi della gestione e del recupero degli scarti: l'usato conto terzi, infatti, non rappresenta che il 5% del settore dell'usato, per un mercato totale del valore di 18 miliardi di euro.
Si tratta di una realtà in grado di creare effetti ambientali, economici e occupazionali, nonché in rapida crescita: ecco perché la scarsa considerazione della quale è stata oggetto finora è destinata a cambiare. I primi segnali? In seguito ad Usato Camp, la prima riunione ufficiale degli operatori del mercato dell'usato in conto terzi tenutasi il 23 marzo a Roma, il Comitato Tecnico Scientifico per l'implementazione e lo sviluppo del Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti ha annunciato un'audizione per la neonata Rete Nazionale degli Operatori dell'Usato.
Al centro degli obiettivi a breve termine della Rete ONU vi è l'ufficiale riconoscimento e un'adeguata fiscalità: "Il settore ha la necessità di essere riconosciuto e normato visto che pur con le complicazioni legislative è uno dei pochi che in Italia attesta ogni anno una continua crescita e garantisce nuovi sbocchi professionali e posti di lavoro" afferma Antonio Conti, portavoce di Rete ONU.
Un codice Ateco specifico, un'Iva adeguata e sgravi effettivi sulla tassa rifiuti sono tra le richieste che la rete porterà avanti anche nel corso dei prossimi appuntamenti, volti ad accendere i riflettori su questo comparto. La prima occasione sarà il Programma Nazionale di Prevenzione Rifiuti, con le audizioni in programma ad aprile incentrate sui temi del riutilizzo e della fiscalità. Un primo passo per il riconoscimento del peso del mercato dell'usato all'interno della green economy?
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