Plastica, primo nemico delle spiagge italiane
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Plastica, primo nemico delle spiagge italiane

Legambiente lancia l'allarme: il 65% dei rifiuti presente sui nostri litorali è costituito da materiali plastici, in parte provenienti dal mare.

La plastica è un terribile nemico per gli ecosistemi marittimi, dal largo degli oceani fino alle nostre spiagge. Se le isole formate dai rifiuti in questo materiale minacciano le zone più al largo, creando una vera e propria emergenza internazionale, non sono da meno gli scarti che si depositano sulle spiagge.

A lanciare l'allarme è Legambiente, in seguito alla diffusione dei dati della recente indagine “Beach Litter”: la crescente quantità di rifiuti rinvenuti nelle 24 spiagge oggetto dello studio ha rivelato una composizione particolarmente pericolosa per l'ambiente. Il 65% del materiale trovato, infatti, è costituita da plastica, che richiede secoli per essere smaltita dall'ambiente e che comporta gravi danni all'ecosistema marittimo.

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In particolare, la maggior parte dei rifiuti plastici rinvenuti è costituita da bottiglie, shopper, tappi, polistirolo, secchi, stoviglie usa e getta e molti elementi legati alle attività di pesca. Ben il 9% dei rifiuti plastici, infatti, è costituito da reti, galleggianti, fili e altri strumenti per l'attività ittica. Agli elementi inquinanti in plastica fanno seguito i mozziconi di sigaretta: ne sono stati raccolti ben 1.035, ovvero l'equivalente al contenuto di oltre 50 pacchetti.

I rifiuti presenti sulle spiagge derivano da azioni di scarsa responsabilità diretta dell'uomo, ma non solo: la maggior parte di essi arriva dal mare, trasportato dalle correnti, per poi depositarsi sulle spiagge. Il risultato è il ritrovamento, sulle 24 spiagge prese in esame, di ben 15.215 rifiuti su un'area complessiva di 130.040 metri quadri. Il rilevamento è stato effettuato su spiagge libere di tutta Italia.

I dati portati alla luce da Legambiente costituiscono solo una piccolissima parte del problema: in realtà, soltanto il 15% circa dei rifiuti presenti in mare raggiunge le spiagge, mentre il restante affonda costituendo una minaccia per gli ecosistemi marittimi. Ulteriore fonte di inquinamento per le spiagge e i mari sono i depuratori: il materiale raccolto dai volontari Legambiente ha permesso di mettere in luce la fallibilità di tali sistemi, non in grado di filtrare in modo accurato tutti i rifiuti. Il risultato è la concentrazione di inquinanti sanitari soprattutto entro un chilometro di distanza.

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