Cambia la classificazione: rifiuti speciali “pericolosi” per legge
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Cambia la classificazione: rifiuti speciali “pericolosi” per legge

Rischio di blocco totale della gestione rifiuti in tutta Italia: questo l'allarme lanciato da FISE Assoambiente, FISE UNIRE, Federambiente e ATIA-ISWA nel giorno dell'entrata in vigore della nuova norma sui rifiuti speciali.

Con l'entrata in vigore oggi, 18 febbraio 2015, della norma che – in contrasto con i criteri europei che si dovranno applicare anche in Italia fra poco più di tre mesi – trasforma di fatto in "pericolosi" la gran parte dei rifiuti speciali che pericolosi in realtà non sono, il sistema nazionale di gestione dei rifiuti viene messo in grave difficoltà.

Questa la denuncia delle associazioni degli operatori del settore: FISE Assoambiente, FISE UNIRE, Federambiente e ATIA-ISWA. "Se non s'interviene tempestivamente, – si dichiara nel comunicato appena diffuso - nel giro di alcune settimane i pochi impianti autorizzati a trattare i rifiuti pericolosi saranno saturi e aumenterà esponenzialmente il ricorso all'esportazione dei rifiuti riclassificati, con conseguente ulteriore ingiustificata penalizzazione dei cittadini e delle imprese produttrici".

La nuova norma, inserita nella conversione in legge (agosto 2014) del decreto Competitività, rivoluziona la classificazione dei rifiuti speciali con "codici a specchio", cioè quelli che potevano essere considerati pericolosi o non pericolosi a seconda delle loro caratteristiche. La nuova disposizione comporta praticamente, con un'applicazione estrema e ingiustificata dal punto di vista scientifico del principio di precauzione, la classificazione come pericolosi di circa 2/3 dei rifiuti speciali non pericolosi prodotti in Italia, qualcosa come 85 milioni di tonnellate all'anno. 

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"L'applicazione della nuova norma - denunciano le associazioni del settore - sconvolgerà l'operatività quotidiana non solo dei produttori dei rifiuti ma anche delle migliaia d'imprese impegnate nell'ordinaria gestione dei rifiuti e produrrà, a breve, diverse situazioni d'emergenza in tutta Italia, perché rifiuti che fino a ieri erano considerati non pericolosi non potranno più essere gestiti negli impianti che li hanno sinora trattati e dovrebbero essere conferiti presso impianti autorizzati a gestire rifiuti pericolosi, insufficienti però per tali quantità di rifiuti".

Si rischia così di produrre effetti contrari rispetto alla ratio della legge nella quale è contenuta, ossia aumentare il grado di competitività del sistema Italia, incrementando il negativo "turismo dei rifiuti" e favorendo di fatto la loro gestione in aziende estere. 

Per questo le associazioni FISE Assoambiente, FISE UNIRE, Federambiente e ATIA-ISWA chiedono ora al Ministero dell'Ambiente di emanare una circolare esplicativa o altro atto amministrativo per garantire, nel più breve tempo possibile, alle imprese e ai cittadini italiani condizioni applicative in linea con le disposizioni europee.

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