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Il neo Ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha annunciato che il Ministero sarà plastic free entro il 4 ottobre 2018. L'iniziativa non è che la prima azione della campagna a tappe #iosonoambiente.
Questa volta, come è giusto, spetta alle istituzioni dare il buon esempio. Lo scorso 13 giugno il neo-Ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha annunciato che, entro il 4 ottobre 2018, il Ministero che presiede sarà plastic free.
Un passo doveroso ma non scontato, che giunge in risposta ai danni ambientali creati dai rifiuti plasticie in seguito alle misure anti-plastica monouso proposte recentemente dall'Unione Europea.
E così, incontrando la stampa, Costa ha dichiarato la sua intenzione di “uscire dall'angolo e riprendere il centro della scena” per dare ai temi ambientaliil posto che meritano sotto i riflettori e ha lanciato, al contempo, un appello ai suoi colleghi: il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e il Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi di Maio.
La sua richiesta è che affranchino la Camera e i Ministeri dall'onnipresente plastica e che si facciano portavoce dell'azione, coinvolgendo via via tutte le istituzioni: “di qualsiasi livello governativo, regioni, città metropolitane, comuni”.
“Iniziamo questo percorso insieme” esorta Costa nel video di presentazione dell'iniziativa, sottolineando come gli obiettivi si raggiungono solo tramite collaborazione e comunione di intenti. La proposta è in effetti emblematica, come emblematica è la scelta della deadline entro cui realizzarla: il 4 ottobre, giorno di San Francesco, protettore del Creato per antonomasia.
La lotta alla plastica negli uffici ministeriali è, tuttavia, soltanto la prima azione della più ampia campagna #iosonoambiente: una strategia - comunicativa e non solo - che intende mettere al centro delle grandi sfide ambientali contemporanee il senso di responsabilità individuale di ciascuno. Ognuno, infatti, è chiamato testimoniare il proprio impegno a suon di tweet.
Economia circolare, rifiuti, ecomafie, reati ambientali, riduzione delle emissioni, tutela del suolo e della biodiversità: le criticità sono tante, troppe, ma dichiarate. Molte, infatti, fanno parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030, sottoscritti dall'Italia insieme ad altri 192 Paesi, nel 2015.
In questa lotta contro il tempo e contro una situazione globale sempre più allarmante, tutti sono invitati a fare la propria parte: nella denuncia delle specifiche problematiche da un lato, nella ricerca e messa in pratica delle soluzioni dall'altra.
Che il Ministero dell'Ambiente sia in prima linea in questo senso e che si assuma la responsabilità di un Cambiamento Concreto (le maiuscole non sono casuali) è, per un Paese civile, indispensabile.
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