Rapporto Eco-Media: il giornalismo italiano non è green

Rapporto Eco-Media: il giornalismo italiano non è green

Pentapolis Onlus ha presentato il Rapporto Eco-Media 2015. Sui principali media italiani si parla di ambiente solo per catastrofi o meteo: Italia fanalino di coda per le best practice green.

Negli ultimi anni è aumentata sensibilmente nella società civile la percezione che la tematica ambientale sia connaturata ad ogni attività umana e uno degli elementi indispensabili alla costruzione di un nuovo eco-Rinascimento è l’informazione ambientale.

Pentapolis Onlus, in collaborazione con l’Università Lumsa e Osservatorio di Pavia, ha presentato nel corso del Forum nazionale Ambiente tra informazione ed economia il Rapporto Eco-Media 2015 dell'Osservatorio Eco-Media.

Dal monitoraggio dei TG sulle sette emittenti nazionali (Rai, Mediaset e La7) comparate a quelle inglesi (BBC ONE), francesi (France2) e spagnole (TVE La1) è emerso che l’ambiente non buca lo schermo. Sui telegiornali italiani solo il 3,3% dei servizi dei sette principali notiziari parla nel prime time di tematiche ambientali e, se lo fa, il tono è allarmistico e il contenuto riguarda soprattutto calamità, incidenti, meteo, degrado.

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L'Italia è fanalino di coda anche per notizie sulle best practice, cioè l’impiego di nuove energie sostenibili, la formulazione di piani di sviluppo economico green o salvaguardia dell’ambiente. Lo spazio dedicato genericamente al tema Ambiente si è attestato al decimo posto sia in Italia che in Europa, anche se con percentuali diverse (3,3% per l’Italia, 4,9% per l’Europa); sia per i TG italiani che per quelli europei, i temi più frequenti sono quelli legati a Incidenti/Calamità e al Meteo. Percentuali sostanzialmente identiche per il tema Natura, in quarta posizione. Le differenze sono invece marcate per le voci Degrado/inciviltà che conquistano il terzo posto nei TG nostrani (11,9%), invece, all’ultimo gradino in quelli europei (5,9%) e Best practices, in ultima posizione con il 9,9% in Italia e in terza in Europa con il 17,3%.

Per quanto siano prevalenti in entrambi i contesti i temi legati alle emergenze e ai grandi eventi calamitosi, emergono alcune differenze di fondo: in Italia si registra la tendenza a mostrare notizie di carattere prevalentemente negativo (disastri, maltempo, degrado) rispetto a quelle più positive (natura, best practices) lasciate in secondo piano, mentre all’estero, al contrario, vengono valorizzate in maggior misura notizie positive e di pubblica utilità. Insomma, nel Belpaese le notizie negative sono seriali, quelle positive un unicum di natura congiunturale.

Dati non proprio esaltanti e ancora meno confortanti che riportano l'attenzione sulla necessità di un'adeguata informazione ambientale, strumento fondamentale per aumentare la consapevolezza e l'interesse dell'opinione pubblica su tali tematiche.

L'Osservatorio Eco-Media – spiega Massimiliano Pontillo, presidente Pentapolis Onlus – vuole stimolare il settore dei media affinchè le tematiche ambientali non continuino ad essere relegate alle emergenze e ai disastri naturali ma abbiano uno spazio costante e siano più connesse con le questioni economiche. Si produrrebbe così un circolo emulativo virtuoso a tutti i livelli e un’attenzione maggiore del decisore pubblico”.

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