Life Resafe, dai rifiuti organici fertilizzante ecologico

Life Resafe, dai rifiuti organici fertilizzante ecologico

Zero inquinamento e nutrimento per i terreni: dopo due anni di ricerche, sono stati presentati i primi incoraggianti risultati del progetto Life Resafe per la creazione di un fertilizzante ecologico a partire dai rifiuti organici.

Resafe, rendere nuovamente al sicuro: su questo concetto si fonda una delle più importanti ricerche finanziate grazie ai contributi del progetto europeo Life+. 1,3 milioni di euro investiti (il 50% dei quali finanziati dalla UE) e due anni di studi hanno portato ad un importante passo avanti nel campo dell'economia circolare, mettendo a punto un fertilizzante a bassa salinità ottenuto da rifiuti organici urbani ed agricoli. 

Il progetto di Enea, Enia Cipro, Astra Innovazione e Sviluppo e Csic-Cebas Spagna, Life Resafe, ha aperto la strada alla parziale sostituzione dei fertilizzanti chimici con fertilizzanti organici in grado di dare nuova vita a materia ad oggi ritenuta di scarto: non solo un successo dal punto di vista dell'economia circolare, ma anche un virtuoso esempio di connessione tra diversi settori.

Questo “fertilizzante del futuro” deriva dalla lavorazione di bio-char, ovvero un residuo della pirolisi prodotto dagli impianti di produzione energetica, compost, letame di cavallo o pollina, particolarmente efficace nel nutrire il terreno e nel contrastare l'impermeabilizzazione del suolo.

La ricerca ha permesso di valorizzare uno scarto di materiale considerato povero, grazie al ricorso a un complesso enzimatico brevettato dalle società Amek e Cti. Tre mesi di riposo sono sufficienti per trasformare gli scarti in concime, testato su orti e coltivazioni estensive.

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I risultati parziali di questi due anni di lavoro sono stati presentati il 14 dicembre a Faenza, ma prima di poter considerare il fertilizzante ecologico una realtà consolidata sono necessarie ulteriori studi. Allo stato attuale, 12 analisi di campo hanno comunque permesso di confermare risultati interessanti su alcune colture e la necessità di approfondimenti per altre tipologie.

Tutto questo con ricadute sul comparto della gestione rifiuti positive e particolarmente importanti in Italia, dove le discariche costituiscono ancora la destinazione finale per un'ampia fetta di scarti potenzialmente recuperabili. Basti pensare al recente Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile 2015 dell'Istat, il quale conferma che il 31,5% dei rifiuti solidi finisce attualmente in discarica.

Una certezza, ad ogni modo, oggi c'è: il progetto Resafe ha già dato sufficiente prova di poter ottenere la messa a punto di un fertilizzante in grado di essere economicamente vantaggioso per i coltivatori e più sostenibile per l'ambiente. Contro prodotti nocivi o inquinanti, ecco presentata una soluzione in grado di nutrire i terreni, prendersene cura e migliorarne la resa.

In particolare, tra i risultati segnalati si elencano una percentuale di azoto nel terreno fino a 30% maggiore, un aumento dell'umificazione del terreno pari al 20%, la riduzione del consumo idrico del 30%. Vittorie non da poco, per una massa di rifiuti...

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