Industria chimica e sostenibilità: presentati i dati del 21° Rapporto Annuale Responsible Care
Sostenibilità

Industria chimica e sostenibilità: presentati i dati del 21° Rapporto Annuale Responsible Care

Si riconferma il primato etico dell'industria chimica italiana. Responsabilità socio-ambientale e sostenibilità, i fattori strategici e priorità da perseguire nel fare impresa.

La chimica ha un ruolo di primo piano nel promuovere lo sviluppo sostenibile, non solo nello sviluppo di processi sempre meno impattanti sull'ambiente ma anche nel miglioramento della compatibilità ambientale dei suoi prodotti.

Questo impegno dell'Industria Chimica italiana nel perseguire la protezione dell'ambiente è testimoniato attraverso la partecipazione volontaria al Programma Responsible Care, programma adottato da oltre 10.000 imprese chimiche in più di 60 Paesi nel mondo e gestito in Italia da Federchimica.

Dal 1992 ad oggi sono oltre 168 le imprese che aderiscono al progetto e fanno della sicurezza, salute e sostenibilità ambientale le parole chiave per contribuire allo sviluppo sostenibile del pianeta; questo impegno si esplica con la pubblicazione del Rapporto Annuale, che quest'anno è giunto alla sua 21° edizione.

 

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Dall'analisi dei risultati presentati nel corso della tavola rotonda del 3 novembre "Chimica oltre il luogo comune per lo sviluppo sostenibile del Paese", si riscontra che l'industria chimica si impegna ogni giorno a garantire luoghi di lavoro senza rischi per la salute di chi vi opera. Secondo INAIL, la chimica è il settore con il minor numero di malattie professionale e il secondo con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate dai dipendenti (8,8%) e le imprese aderenti al programma Responsible Care, rappresentano l'eccellenza dell'industria chimica, con una performance ancora migliore (-17%). Queste ultime sono impegnate anche nella protezione dell'ambiente: hanno ridotto nel 2014 le emissioni di Gas Serra di circa il 62% e del 65% quelle negli scarichi idrici rispetto al 1990 e continuano, con sistematicità, a migliorare la propria efficienza energetica, con un tasso medio annuo maggiore del 2%, oltre il 20% degli investimenti in sicurezza, salute e ambiente.

"Un'industria chimica forte e competitiva è una leva di sviluppo sostenibile. La nostra possibilità di competere deve essere posta al centro dell'agenda politica italiana ed europea, anche e soprattutto quando si discute di obiettivi ambientali", ha commentato Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica.

La sostenibilità è dunque il fattore strategico per tutta la filiera produttiva e in tutti i suoi aspetti: a parità di produzione nel settore chimico si riscontra l'uso efficiente delle risorse con il -17% di petrolio utilizzato per la trasformazione in prodotti chimici e segna un dato positivo (+45%) in termini di efficienza energetica, ben oltre i termini fissati dall'UE per il 2020 e 2030. Il comparto è, inoltre, già fortemente orientato allo sviluppo dell'economia circolare e oltre il 55% dei rifiuti è riciclato, recuperato o riutilizzato per il ripristino ambientale.

Il Rapporto restituisce la fotografia dell'attitudine del settore a guardare al futuro ponendo grande attenzione e impegno verso temi sociali e ambientali, in un'ottica di responsabilità etica e sostenibilità funzionali alla competitività e allo sviluppo di tutto il manifatturiero.

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