CO2: in Italia emissioni in calo del 20% tra il 1990 e il 2014
Ambiente

CO2: in Italia emissioni in calo del 20% tra il 1990 e il 2014

In occasione dell'anniversario del Protocollo di Kyoto, pubblicati i nuovi dati sulle emissioni di gas serra: diminuzione del 6-7% rispetto al 2013.

In Italia continuano a diminuire le emissioni di gas serra. Secondo le stime riportate dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nel 2014 sono infatti calate del 6-7%, pari a 25-30Mt CO2 eq in meno rispetto all'anno precedente. Ancora più notevoli sono i risultati raggiunti dal 1990 ad oggi, con una riduzione del 20% (quasi 110Mt CO2 eq in meno e di poco meno di 170 Mt CO2 eq rispetto al picco del 2005).

"Il calo delle emissioni di gas serra – ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione - non è prodotto solo dalla lunga recessione economica, ma dalla riduzione dell'intensità carbonica del PIL: nel 2014 sono stati emessi circa 300 g CO2 eq per produrre un euro di Pil, contro i 400g CO2 eq per ogni euro di Pil del 2005".

Se si proseguirà in questo modo, le emissioni continueranno a calare anche nei prossimi anni in presenza di una ripresa economica. Siamo infatti in presenza di un mutamento strutturale del sistema energetico italiano, prodotto dall'aumento sia dell'efficienza energetica sia delle fonti energetiche rinnovabili.

Molteplici le cause dei risultati raggiunti: in primo luogo sono dovuti al calo della domanda di gas naturale, connessa alla riduzione della produzione termoelettrica; in secondo luogo è rilevante anche la diminuzione del 7% registrata nei consumi di carbone. I consumi di prodotti petroliferi, invece, hanno tenuto maggiormente, con oscillazioni minori del 2%.

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Incisive anche le politiche in favore dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, con un aumento considerevole del contributo dell'idroelettrico e del fotovoltaico non si può dire lo stesso per l'eolico, che ha registrato risultati inferiori a quelli degli anni precedenti.

Con questi risultati, si potrebbe prevedere una produzione rinnovabile tra 110-115 TWh, pari a oltre il 42-43% della produzione nazionale e al 36-37% del fabbisogno elettrico".

Importante però non dimenticare che, nonostante i risultati positivi raggiunti dall'Italia, la situazione nel mondo è totalmente differente: la concentrazione di CO2 ha sfondato la soglia dei 400 ppm e la temperatura media registrata è la più alta di sempre.
A questo si aggiunge la continua crescita delle emissioni globali di gas serra, oramai ben oltre le 50 miliardi di tonnellate di CO2 eq, pari a il 30% in più rispetto al 1990.

Risultati da brividi, che mettono in dubbio l'impostazione del Protocollo di Kyoto e sottolineano l'importanza e la necessità di un nuovo approccio. Gli impegni volontari nella riduzione delle emissioni di CO2 non sono infatti sufficienti a raggiungere gli obiettivi di dimezzamento preposti per il 2050. Comprensibili quindi le preoccupazioni in vista della prossima trattativa sul clima di Parigi, nel dicembre 2015, il cui obiettivo è quello di impegnare tutti i paesi, emettitori di gas effetto serra, in un accordo universale costrittivo sul clima.

Una soluzione potrebbe esser ancora possibile, ma solo agendo su tre elementi chiave: aumentando gli impegni volontari di riduzione, valorizzando il potenziale della green economy e promuovendo un percorso di progressiva convergenza delle emissioni pro capite, dando la possibilità ai paesi più poveri di lasciar crescere per alcuni anni le proprie emissioni per poi comunque ridurle mentre per quelli ricchi ad elevate emissioni pro capite è previsto un percorso di tagli.

Rimane solo da chiedersi se ci si fermerà alle parole o se queste si tramuteranno in vere e proprie azioni green a difesa del nostro pianeta.

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